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GoogleGli appartenenti alle generazioni nate tra i favolosi anni 60 e 70, ma anche 50, 40, 30 e 20, più in giù non vado per quasi estinzione delle relative classi d’età, ricorderanno il mitico modello d’automobile lanciato dalla allora FIAT oggi FCA denominato “Ritmo” e prodotto in diverse versioni. All’epoca non ebbe il successo sperato, che voleva surclassare la storica 127 e 126, poiché sia il costo complessivo del mezzo che le sue componenti interne fatte per la prima volta interamente in plastica, lasciavano a desiderare, ovvero si staccavano con estrema facilità.

Dall’ora Ritmo veniamo a questi ultimi decenni dell’inizio secolo e millennio contraddistinti dal logorio della vita moderna mediante Internet e tutto quello che ne consegue, nel bene e nel mal, come madre natura insegna e l’essere umano dimostra. Oggi il cruccio e delizia per il navigatore, guardone o partecipe che sia, è rappresentato dal trovare quel che cerca; mentre per il gestore di siti o webmaster di sorta la gioia e sofferenza è data dal farsi trovare dai naviganti e riuscir a far essere interessanti e aggiornati le proprie pagine web.

Ecco le parole chiave del tempo attuale sono: Google e algoritmo; il primo sembra assurgere a grande fratello di buona parte dell’umanità grazie al suo secondo, l’algoritmo di ricerca, al momento il migliore esistente su larga scala. E grazie anche alla buona capacità di farsi trovare dal predetto sistema, il quale permette di scovare un elemento, o almeno ci prova, avente determinate caratteristiche all’interno di un insieme di elementi, si può permettere anche il successo o meno di un sito (se questi ha finalità lucrative, commerciali o di rendita in particolare.

Ora evidentemente all’algoritmo di Google o deve stare sulle palle il diabete, oppure subentrano altri meccanismi di natura meramente finanziaria che possono anche condizionare i risultati di una ricerca.

Faccio alcuni esempi concreti per rendere chiaro il concetto: se scrivete la parola diabete nel campo di ricerca di Google troverete questo blog tra la decima e dodicesima pagina dei risultati elaborati dalla vostra interrogazione. Fino a qualche tempo fa con lo stessa modalità di ricerca il risultato finale dava il sito tra la prima pagina di risultato e la quarta. A prescindere dalla graduatoria quel che ho capito in concreto è un altro dato in sintesi. Le risposte fornite da Google con il nostro input rappresentano una via mediana tra risultati a pagamento mediante pubblicità fatta dalla stessa multinazionale americana tramite lo strumento Adword e la presenza di pagine web con contenuti pertinenti.

Ma il risultato ancora più sconcertante offerto da Google lo si ritrova con la ricerca fatta per news, in questo specifico settore si trova ai primi posti notizie pertinenti ma man mano si scende troviamo siti contenti meta name (parole chiave presenti in testa al codice della pagina html o php, o altro) di richiamo per l’algoritmo, il quale evidentemente in questo settore da il peggio di sé, e che in realtà contengono il classico spazio per la vendita di cialis viagra ecc. per non dire altro.

Ecco perché nella vita reale come nella dimensione della rete occorre prestare molta attenzione non solo a ciarlatani e affini, ma pure alla catalogazione delle fonti di informazione e dati, anche quelle insospettabili.