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FumoL’articolo odierno attirerà un bel numero di improperi e antipatia ne sono consapevole ma d’altronde non sono mai stato e sarò un adulatore e cacciatore di simpatie a prescindere: quel che scrivo o è provato in scienza e coscienza o non è. Oltre a naturalmente al vissuto che, nel bene e nel male, mi appartiene. Siamo in un periodo di anniversari globali e personali: solo domenica scorsa si è ricordato il 93esimo anno dalla prima iniezione d’insulina fatta da Banting & C. fatta su un ragazzo diabetico, con la quale si aprì la strada a salvare la vita a milioni di giovani e persone nel corso degli anni a venire (di cui pochi lo ricordano ormai e questo la dice lunga su chi siamo e dove stiamo andando, preferendo seguire ciarlatani e imbonitori e simili, senza più distinguere il grano dalle erbacce). Invece sul personale, ma che poi finisce per avere una ricaduta generale, passano dieci anni tondi dal giorno in cui smisi di fumare (sigarette), ma il cervello invece, quello no fuma ancora: correva l’anno 1984 quando comincia a fare consumo di tabacco e diventai un accanito fumatore con due pacchetti al giorno ovvero quaranta e più sigarette. Il motivo per cui decisi di smettere fu l’entrata in vigore della legge Sirchia nel 2005 e inoltre l’anno prima ebbi un leggero ictus, preceduto nel 2001 dall’esordio dell’artrite reumatoide.

Il modo migliore per ricordare questo decennio senza fumo e fare una scaletta riepilogativa che il tabagismo non solo ha sulla salute in generale ma proprio nello specifico nel diabete e compenso glicemico.

Sia il fumo che il diabete mal regolato danneggiano i vasi sanguigni. I diabetici, che per di più fumano, corrono un rischio notevolmente superiore di soffrire di malattie cardiovascolari (ad esempio infarto del miocardio e ictus). Il fumo del tabacco contiene tutta una serie di gas tossici. Quando si fuma, il polmone filtra dal fumo le polveri fini (catrame). Ma numerosi gas del tabacco pervengono nel sangue, facilitando la comparsa di arteriosclerosi, vasocostrizione e abbassamento dell’irrorazione sanguigna, ma anche del cancro.

In particolar modo in noi diabetici una buona circolazione sanguigna dell’organismo e dei singoli organi è estremamente importante, perché soltanto così si riesce a evitare le diverse malattie secondarie del diabete o per lo meno a ritardarle. Smettere di fumare è quindi una misura essenziale per la salute delle persone che soffrono di diabete (tipo 1 e tipo 2).

Quali possono essere le conseguenze del fumo?

Il diabete fa aumentare da due a quattro volte il rischio di malattie cardiovascolari. A causa del fumo aumenta la presenza nel sangue di colesterolo LDL dannoso, che si deposita sulle pareti lese delle arterie, favorendo i depositi arteriosclerotici e i restringimenti delle arterie.

Anche altre complicazioni causate dal diabete, come danni oculari, renali e nervosi, sono più frequenti se la persona fuma. Questi danni secondari interferiscono con la qualità di vita e possono essere addirittura la causa di invalidità precoce.

Se i diabetici fumano, aumenta il rischio generale di mortalità. Da uno studio è risultato, ad esempio, che per le donne con diabete di tipo 2 che fumano la mortalità aumenta del 43-119 per cento – a seconda del numero di sigarette fumate giornalmente.

Quando un diabetico decide e riesce a smettere di fumare dovrebbe seguire alcune regole specifiche. Il fumo fa aumentare la resistenza all’insulina (insulinoresistenza) e quindi la glicemia. Quando si smette di fumare, il trattamento dei diabetici deve essere rivisto ed adattato. La disassuefazione dalla nicotina può provocare, inoltre, dei sintomi analoghi all’ipoglicemia (basso livello di zuccheri). Se un diabetico intende fare il passo verso una vita senza fumo, deve assolutamente parlarne col diabetologo che lo ha in carico.