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complianceCome meccanismi di un orologio, ogni aspetto della vita si incastra con l’altro, permettendo in modo semplice il funzionamento di un processo, a dir la verità, fin troppo complicato.

Non ce ne rendiamo conto, ma ogni decisione che prendiamo viene fatta sulla base di premesse e comporta conseguenze che ci condurranno ad essere qualunque persona saremmo, ovunque ci troveremo ad essere.

Scelte forse inutili sono propedeutiche ad altre più importanti che ci spingeranno a percorrere determinate strade che forse, in altre circostanze, non avremmo nemmeno preso in considerazione.

Un particolare, un’intuizione, un capriccio e un dettaglio sono in grado di cambiare la nostra vita, magari subito o magari lentamente, impiegandoci lunghi anni.

Ma non è sbagliato, è così che deve andare. Si chiama Esistenza proprio perché noi, esistendo, possiamo vivere e scoprire cos’è la vita.

E com’è la nostra vita.

Non soltanto com’è la vita che vorremo, ma più che altro com’è la vita che viviamo, come possiamo cambiarla, accettarla, migliorarla e semplicemente viverla. Ogni mutamento genera un mutamento, a cui noi non diamo peso ma che, in modo affascinante, agisce su di noi e sulle nostre vite.

A volte però, capita che degli ingranaggi si inceppino e qualcosa cominci a non funzionare bene, infettando di conseguenza tutto il resto: il moto si rallenta e il tutto funziona in modo anomalo, la ruggine si deposita e l’intero processo si ferma, solo per una fatalità o un errore, un unico sbaglio o una serie di sbagli, nostri o altrui, da cui non vediamo una via d’uscita.

Ci lasciamo sopraffare dagli eventi, li temiamo e temiamo il nostro futuro, e lasciamo che la paura generi continua insicurezza in noi stessi e in un mondo che ci sembra stia soccombendo attorno a noi. Ci sentiamo impotenti mentre la disperazione scorre nelle nostre vene, gelandoci il corpo.

Ma per quanto certe situazioni ci appaiono insormontabili, se non una soluzione, c’è sempre un’alternativa: l’alternativa di non lasciarsi trasportare dalla marea e dalle intemperie, l’alternativa di sollevarsi e sollevare lo sguardo, l’alternativa di combattere il male che ci affligge, non per forza da soli.

A volte la forza che ci serve, quella spinta che funge da motivazione, ci viene da dentro, dal profondo di noi stessi, ma spesso questa forza è esterna a noi ma altrettanto potente. È data dall’affetto che qualcuno nutre nei nostri confronti, dal loro credere in noi e spingerci a volere e a realizzare un futuro migliore, una vita migliore.

E come per magia, l’intoppo si risolve e l’orologio riprende a tenere il passo delle ore, rintoccando lo scorrere del tempo. Certo, questo non significa che le difficoltà spariranno, che i momenti difficili cesseranno di esistere e sarà tutto risolvibile.

Significa solo che, se si ha una motivazione e magari qualcuno in grado di infonderci forza, la vita diventa un pochino più facile.

Ecco tutto l’insieme di queste processualità impastate e combinate possono portarci a compiere un salto di qualità nella comprensione e accettazione della vita con il diabete, e questo lo affermo indirizzando lo sguardo a coloro che hanno scoperto la malattia in età giovanile e si trovano a interrogarsi sul senso e il perché dell’andare avanti con tale compagnia. Sia chiaro: è solo l’apertura di un capitolo, lungo, ma se non lo prendiamo in carico restiamo fermi a fare da palo e basta.