La paura è un’intensa emozione derivata dalla percezione di un pericolo, reale o supposto. È una delle emozioni primarie, comune sia alla specie umana, sia a molte specie animali. La paura accompagna la vita e si manifesta spontaneamente come può diventare una vera e proprio psicosi quando si fa fobia. La paura è naturalmente presente e convivente con il diabete fin dal suo esordio ma non basta a farne un palo, un chiodo fisso conficcato nella carne. La percezione della paura si fa diversa e ossidante quando ci possono essere determinate condizioni e presupposti. Ad esempio: la paura si appalesa e può andare alla massima potenza quando viene diagnosticata a un bimbo o ragazzo, e in questa condizione l’impatto meteoritico cade sui genitori, ma se non governato e trattato in modo degno finisce per segnare lungamente o permanentemente il giovane. Così era anticamente quando i casi di diabete di tipo 1 erano sconosciuti e rari e tali da cadere come un fulmine a ciel sereno sulla famiglia. Oggi per certi aspetti è diverso: in primo luogo c’è più informazione e condivisione oltra a casi manifesti, e poi il diabete tipo 1 essendo trattato con l’insulina da quasi cento anni ha creato generazioni di diabetici, e in alcune famiglie c’è la consapevolezza del fattore rischio e la paura è meglio limata.
La paura a volte non la si pensa, potrebbe arrivare da un momento all’altro. Una giornata molto piena, di cose da fare, di cose da dire. A volte i problemi arrivano in un minuto, cosa sono le discussioni, c’è sempre una soluzione, troverai persone che hanno sempre ragione. In certi momenti ti sentirai fallito, non credevi che fosse così la vita. In quei momenti hai le mani legate. Vorresti cambiare le cose, ma non lo puoi fare. Vorresti correggere, ma non è un orologio. Sprecando fiumi di parole, non son servite a niente le giornate diventano ogni giorno più dure. C’è chi ha bisogno d’amore e di tanto calore. La persona che ci passa accanto vorremmo liberarla, dirle tante belle parole. Il problema è che non ci sta più a sentire. La ragione la si può perdere, minuto dopo minuto. Non riconosci più la persona che era, ne vedi un’altra, ma non è più lei. La paura di non poterla aiutare, ti fa sentire trasparente. Non c’è più la mente.
In questi mesi settimane siamo stati letteralmente tempestati dalla querelle sul vaccino contro l’influenza, un tormentone annuale che portano avanti sette e club della new age, integralisti di ogni credo e religione. Credo sia urgente oggi più che mai accelerare le ricerche scientifiche per realizzazione di un antidoto, vaccino o medicamento d’altro nome e specie contro la stupidità. La interazione globale resa possibile da internet e amplificata all’ennesima potenza dai social network rende ancora più chiara e marcata la predetta esigenza.
E cosa c’entra questa riflessione con il diabete? C’entra e di brutto, in primo luogo perché della malattia si di tutta un’erba un fascio, nel popolino della rete, senza distinzioni di specie, genere e tipo; e poi per via del suo essere una patologia di massa vede i vari e tanti sciacalli e truffatori profilarsi davanti all’uscio di casa pronti a propinare improbabili e letali terapie.
Occorre combattere la paura con il coraggio di reagire e farsi forza, a cominciare proprio da noi diabetici che, nella stragrande maggioranza dei casi, viviamo la malattia in perfetta solitudine facendo del fai da te la base unica di riferimento del vivere quotidiano.