Default Featured Image

NewsTutto è un passaggio e tra i vari momenti del medesimo atto sorge di soppiatto un frammento di pensiero: nello sciorinare di notizie, venti, annunci e scadenze dove andiamo a cadere o cercare di parare?

Oggi un’informazione positiva non viene più da noi assimilata serenamente per colpa del nostro stesso giudizio che rema contro quell’accogliente sensazione di fiducia provocata, ma che ci sembra così bella da accettare.

Giudicando un’informazione positiva evitiamo così di goderne anche per pochi istanti, togliendo l’ultima possibilità al cuore di ricevere quel piccolo sollievo di cui ha bisogno, per innescare meccanismi costruttivi nel nostro stesso quotidiano.

Sono tempi difficili e dobbiamo spingerci oltre il cinismo e la negazione, abbattere le barriere della paura e lasciare che uno spiraglio entri nelle nostre “finestre interiori”. Questo potrebbe essere uno dei pochi ma efficaci modi per sconfiggere il demone della violenza e della bruttura, che prima di esistere in forma già estrema negli eventi esterni, si forma dentro di noi.

Accogliendo uno stimolo positivo, senza giudizio, eviteremo prima individualmente e poi collettivamente di trasformarci in irascibili, nevrotici, stupratori, psicopatici, ladri, bugiardi, assassini, traditori e codardi.

Sì: il solo punto di vista con cui guardiamo le cose potrebbe cambiare in meglio moltissime realtà. Iniziamo oggi, crescendo individualmente, preoccupandoci singolarmente di essere migliori, e il futuro, forse, in forma collettiva ci donerà qualche “frutto più dolce”, senza per il quale veder aumentare la glicemia.

Nel nostro difficile cammino diretto ad essere portatori d’informazione sì ma depurata del superfluo, per farla corta: riportare i fatti che interessano il diabetico e la vita con il diabete, ci incappiamo quotidianamente nel “bestiario” circondante la nostra malattia. Ormai ci abbiamo fatto il callo, ma quanta confusione circola attorno e nella nostra malattia.

Che fare dunque?

Oggi un diabetico per cercare di saperne di più circa le eventuali novità riguardanti la sua malattia si arrangia come può, la prima cosa che fa e la più naturale è chiedere al proprio medico diabetologo, ma accade regolarmente di sapere poco o nulla poiché l’acqua è tanta e la papera non galleggia: della serie la visita è rapida e i secondi restanti non consentono gli extra. Quindi l’informazione finisce per trasformarsi in un di più.

Per venire alla sintesi dell’argomento c’è un diritto palese del malato ad essere informato e ascoltato circa la patologia, ma anche un minimo di cura e attenzione sul versante della prospettiva, di cosa c’è di nuovo fa bene, mica guasta no?

Questa settimana sono atteso al controllo periodico del diabete. Chissà se un giorno si vedrà prendere luce un forma di punto informativo presso i centri principali in grado di rispondere alle domande semplici e legittime di noi diabetici?