A marzo la verve salta addosso non tanto per il miraggio della primavera: la stagione che crea una atmosfera, ma la ragion è presto detta nella ricerca di stimoli nuovi o soliti, ed emersi dal letargo invernale nel desiderio di uscire dalle pareti domestiche e addomesticate. Una felpa con cappuccio e via a sgattaiolare dove ci pare e piace in cerca di qualcosa per dare un senso al nostro dissenso e incenso cosparso in ordine sparso tra i tetti del pergolato oppure ai lati del casamento senza ritegno.
D’altronde i mesi lunghi piacciono proprio per questo: ogni volta hai un giorno in più da vivere mentre febbraio, poverino, è lì tutto solo e corto a vivere il suo tempo. Per fortuna l’anno prossimo sarà bisestile così allunga anche lui di un giorno il decorso. E mentre si inaugura un mese e si fa il de profundis dell’altro riconosco di essere un diabetico poco scaltro e avvezzo ad allacciare e conservare i rapporti umani: per necessità o sentire senza distinzione di sorta.
Non traggo mai alcun vantaggio abituato a formarmi come autarchico vado sempre a sciogliere i nodi da solo delle scarpe come delle problematiche della vita e del diabete. E come scrisse Talete a proposito del diabete: “non so cosa farete oggi, io vado a pranzo”. L’angoscia della pancia avanza e la dieta dell’abbondanza pone l’uomo moderno innanzi al dilemma: taccio e mangio o digiuno e parlo? Francamente problemi di peso da obesità non li ho mai avuto anche se, grazie al microinfusore d’insulina, oggi ho raggiunto un peso mai avuto in vita mia e per la prima volta mi sono posto il problema di calare di almeno cinque chili.
Per fortuna tutto è sotto controllo, grazie all’ottimo governo del diabete dovuto non solo al microinfusore ma alla perfetta integrazione con sensore glicemico grazie al quale sodomizzo l’arrivo dell’ipoglicemia ed evito spesso e volentieri una iperglicemia.
Un tempo, tre anni fa, piangevo, mi adiravo per la perdita a catena dei sensori glicemici, oggi rido non solo per la loro affidabilità ma anche grazie al fatto di poterli avere addosso anche per un mese di fila senza problemi coi dati.
Svengo subito al cospetto dei valori medi della glicemia ancora una volta incarnati con una media da primato nel mese di febbraio pari a 139 mg/dl, e spesso senza la necessità di effettuare i boli per il pasto ma andando avanti solo di basale: niente male eh?
Il tutto foraggiandomi di fibre, glucidi, lipidi, calorie e proteine senza necessità di perdermi in calcoli algebrici e altre attività di computaggio tese ad equalizzare la sensibilità insulinica col dato glicemico.
Atti di libertà ad età avanzata col diabete di tipo 1 a ormai 52 anni di anzianità giuridica che, anche se non sono l’emancipazione completa dalla malattia, rappresentano comunque un bel passo in avanti per farmi dire: per ora mi accontento.