La stagioni degli ormoni viene e va nello spazio dell’eternità e nei limiti dell’umana temporalità come si sa o dovrebbe sapere. E come il ciclo della vita al sorgere dell’esistenza di quel mammifero chiamato uomo fino all’età dello sviluppo e siamo quel che si dice: una tempesta ormonale, la quale, poi, col passare degli anni, va piano piano a quietarsi, o comunque a ridimensionarsi.
I livelli degli ormoni sono regolati dal sistema nervoso centrale, che riceve dei segnali da molti sensori interni ed esterni (es. segnali di pericolo, la composizione del sangue, la pressione sanguigna) e, in risposta a questi segnali, stimola le ghiandole endocrine dell’organismo a sintetizzare gli ormoni appropriati. La regione del cervello che regola i livelli degli ormoni è l’ipotalamo, che viene stimolato da questi segnali provenienti dall’ambiente a produrre specifici ormoni detti fattori di rilascio, che, raggiungendo l’ipofisi anteriore, stimolano quest’ultima a produrre un altro tipo di ormoni, le tropine. Le tropine attivano le ghiandole endocrine, stimolandole a produrre ormoni specificati e appropriati azione alla situazione.
Un ormone è un messaggero chimico che trasmette segnali da una cellula (o un gruppo di cellule) ad un’altra cellula (o altro gruppo di cellule). Tale sostanza è prodotta da un organismo con il compito di modularne il metabolismo e/o l’attività di tessuti ed organi dell’organismo stesso.
Noi diabetici tipo 1 siamo rubricati nella categoria degli ormoni di natura protidica a cui appartiene tanto per catalogare l’insulina, prodotta dalle cellule ? del pancreas, e della quale siamo privi o carenti per via del suo “assassinio” da parte del nostro sistema immunitario.
Per numerosi ormoni sono stati realizzati analoghi caratterizzati da una struttura chimica e da un effetto endocrino equiparabili. Tra questi i più prescritti sono gli analoghi di estrogeni e progesterone, utilizzati soprattutto per la contraccezione farmacologica e per la terapia ormonale sostitutiva in menopausa; altri possono sostituire la tiroxina o gli steroidi. Analoghi dell’insulina vengono utilizzati nel trattamento del diabete mellito e analoghi dell’adrenalina sono usati in otorino laringoiatria. Esistono inoltre analoghi di fattori di rilascio ormonale: ad esempio il tetracosactide al posto dell’ACTH o l’afamelanotide per la melanocortina.
Tutto questo rendez-vous sugli ormoni per dove andare a parare al fine? Sotto un profilo autoanalitico a consuntivo della excursus di vita con il diabete T1, con esordio infantile tengo a precisare e sottolineare, posso fare una sintesi della curva parabolica del ciclo con la malattia per forza di cose legato all’evoluzione e sviluppo fisico umano.
E’ vero che dalla fase d’esordio fino all’età dello sviluppo la “combustione e crescita” ormonale complessiva gioca un ruolo chiave nei meccanismi a catena e difficoltà conseguenti di regolazione dei livelli del glucosio nel sangue, ma dopo tale periodo, se ne usciamo bene, le predette condizioni solitamente vanno man mano a scemare e le iperbole di reazione glicemica si fanno meno estreme. Un esempio: mentre da bimbo ho avuto dei coma da ipoglicemia con perdita totale di conoscenza e valori di iperglicemia ben oltre ai 1000 mg/dl con chetoacidosi e tutto il resto, dopo i 20/25 anni situazioni del genere non si sono più verificate, e ciò accade se l’interessato comunque conserva uno stile di vita equilibrato ovvero, tanto per essere chiari, oltre al controllo della glicemia e a fare una vita attiva, non si dedica all’uso di sostanze alteranti come alcol, stupefacenti ecc.
Comunque sia e la pensiate ognuno alla fine fa e farà come gli pare secondo coscienza e incoscienza.