I pazienti con un mal controllato diabete di tipo 1 e 2, l’ipertensione e altre complicanze o iperlipidemia che hanno ricevuto una preparazione di tipo atletico, in inglese “health coaching” hanno mostrato di avere più aderenza e concordanza col trattamento terapeutico e farmacologico rispetto a coloro a cui sono state applicate le metodologie consuete e tradizionali, secondo un trial controllato e un intervento randomizzato il cui esito è stato pubblicato sul Journal of American Board of Family Medicine.
“L’Health coaching coinvolge in modo accattivante i diabetici nella cura aiutandoli ad acquisire le conoscenze, le competenze e la fiducia per diventare, partecipi informati e attivi nella gestione della loro condizione cronica,” David H. Thom, medico diabetologo del Dipartimento della Famiglia e Medicina di Comunità presso l’Università della California, San Francisco, Facoltà di Medicina, e colleghi hanno riportato in sintesi gli chiave dello studio.
Per valutare se la concordanza dei farmaci e l’adesione alla preparazione formata e motivazionale attraverso il health coaching aveva migliorato la vita quotidiana dei pazienti, i ricercatori hanno valutato 441 diabetici a basso reddito con incontrollato e scompensato diabete 1 e 2 , l’ipertensione e altri fattori ad esso connessi. I ricercatori hanno condotto lo studio presso due cliniche urbane di San Francisco – che servono soprattutto la popolazione a basso reddito, i pazienti senza e con assistenza sanitaria – questi sono stati valutati per un periodo di 12 mesi.
Il gruppo di studio e analisi ha comunicato con i trainer, tramite visite mediche collettive e individuali e via telefono. Oltre ai momenti specifici in cui i trainer discutevano circa la riconciliazione terapeutica e la compliance del malattia, trattamento e impostazione del programma e i risultati dei test di laboratorio a riscontro.
I ricercatori hanno trovato un miglioramento sostanziale nel gruppo allenato e trainato nella direzione di accettare e gestire al meglio la malattia: concordanza sul nome del farmaco, dose, frequenza delle terapie con un incremento del 10% della positività rispetto al gruppo con metodologia tradizionale (P = .05).
“La figura del trainer della salute integrabile e d’aiuto al medico potrebbe rivelarsi una strategia promettente per migliorare la concordanza e adesione alla complessa terapia per il diabete, in particolare in ambienti poveri di risorse. Medici e assistenti “allenatori della salute” potrebbero essere una risorsa per la vita pratica e integrabile nel lavoro di squadra con la figura altrettanto fondamentale del farmacista”, Thom e colleghi hanno affermato.
Tirando le somme da questa ricerca, che lavora sul presente e nella realtà, senza mirabolanti speranze e promesse, si può ricavare un concetto semplice e chiaro: con il diabete è questione di allenamento, buono e costante. E per dirla con Luca Carboni: “ci vuole un fisico bestiale anche per mangiare e poi calare”, ma con un buon traino ce la possiamo fare se siamo in difficoltà.