Un programma di transizione dalla pediatria agli adulti per i giovani adulti con diabete di tipo 1 ha contribuito a facilitare il miglioramento del controllo glicemico, ipoglicemia e benessere psicologico rispetto alle cure tradizionali, secondo i risultati di un recente studio pubblicato su Diabetes Care.
“A nostra conoscenza, questo studio è il primo a riferire su una valutazione prospettica di un programma di transizione strutturato rispetto alle cure”, hanno scritto i ricercatori, aggiungendo che l’analisi è stata limitata dalla mancanza di randomizzazione e breve periodo del follow-up.
Paula A. Sequeira, MD, della University of Southern California, e colleghi hanno valutato 81 giovani adulti di età compresa tra 19 a 25 anni reclutati da tre cliniche che erano nel loro ultimo anno di cure pediatriche per determinare l’efficacia di un programma di transizione strutturato rispetto alla solita cura. L’esito primario era il numero di visite cliniche di routine con risultati secondari del controllo glicemico, l’ipoglicemia, l’uso di assistenza sanitaria e benessere psicosociale. I partecipanti sono stati valutati su di un periodo basale di 6 mesi e 12 mesi.
I partecipanti sono stati assegnati sia al gruppo di intervento (n = 51) che al gruppo di controllo (n = 30). Un programma di transizione strutturato che ha incorporato l’educazione del diabete, la gestione dei casi, lezioni di educazione di gruppo e l’accesso a una clinica e di transizione al sito web di nuova concezione inserita inserito anch’esso nel gruppo di intervento. Il gruppo di controllo ha ricevuto cure di routine, e dopo il periodo di 12 mesi di studio, i partecipanti ha ricevuto anche un questionario per un riscontro obiettivo sulle informazioni di formazione del diabete raccolte.
Durante il periodo di studio, il 62,7% del gruppo di intervento è stato dimesso dalle cure pediatriche, il 35,3% è rimasto in pediatria.
Il 78% degli appartenenti al gruppo di intervento è transitato con successo verso la cura nella diabetologia degli adulti con una o più visite.
Durante il periodo di studio, HbA1c è diminuita del 0,4% nel gruppo di intervento e del 0,42% nel gruppo di controllo (P = .01).
“Questo programma ha dato beneficio ai giovani con lo status socio-economico più basso perché gli effetti dell’intervento erano maggiori tra i partecipanti ispanici con istruzione inferiore rispetto al campione generale,” hanno scritto i ricercatori. “i programmi di transizione strutturati in reparti di diabetologia pediatrica e degli adulti, in particolare quelli che servono popolazioni meno abbienti, possono impedire che i giovani vengano persi al follow-up e finiscano per sperimentare il deterioramento della loro salute e benessere in questo periodo evolutivo impegnativo della loro vita.”
P.S.: Roberto mi ha segnalato che anche in Italia un percorso analogo viene effettuato tramite un progetto condotto dalla dott.essa Simona Cigolini, in Brianza, denominato “Caronte” e sviluppato in compartecipazione con la locale associazione giovani diabetici, ripreso anche a livello nazionale da Diabete Italia. Tutto mondo è paese?