Siamo tanti e diversi, ciascuno ha una storia e dinamica a sé con e nella vita, con e nel vivere la propria esistenza assieme al diabete, a prescindere. La parola chiave che ci accomuna, oltre la diabete è equilibrio: umorale, psicologico e il primo di tutti…. Glicemico.
La legge, il mantra, la litania buona o cattiva che essa sia è dettata dal perseguimento e rincorsa del buon compenso glicemico, condizione sine qua non per cercare di farci ingabbiare o allontanare problematiche successive dette anche: complicanze.
Ecco a proposito di equilibrio vi confido un lato privato della mia personalità: i rapporto con l’equilibrio è sempre stato un problemone a 360 gradi per me. Oltre al difficoltà sempre avuta dall’esordio fino a qualche anno fa per mantenere, avere un compenso, equilibrio nella glicemia, la stessa cosa la si rappresenta nella stabilità posturale. Infatti fin da piccino non solo ho avuto paura del vuoto ma al tempo stesso non sono mai riuscito a stare in equilibrio sulle due ruote.
Ecco perché provo una profonda invidia, ammirazione per quanti esercitano il mestiere di equilibrista.
L’equilibrista è o un matto o una persona che ha completamente fiducia in se stesso. Lui affronta la vita su di un fune, sospeso in aria senza punti di appoggio salvo al sua fortezza. Percorre piccoli passi, cercando in ognuno di questi la stabilità, la certezza e la chiarezza dei movimenti. L’equilibrista sente il vuoto intorno a se e l’unico modo che ha per sopravvivere è andare avanti. Non può voltarsi indietro perché perderebbe l’equilibrio e non può guardare in basso perché avrebbe le vertigini e cadrebbe. Può solo guardare avanti a testa alta, cosciente che quella fune ha una fine e che arriverà a breve alla base. Lì troverà le persone che lo hanno incitato ed incoraggiato a fare questo percorso; potrà finalmente abbracciarle cosciente di avere affrontato se stesso, la vita e di esserne uscito vincitore. Dalla base potrà finalmente guardarsi indietro e vedere il vuoto che ha superato e prendere coscienza dell’altezza che ha vissuto. Da lì potrà guardarsi indietro e vedere le persone che gli hanno fatto cominciare questo percorso; mostrargli che finalmente ha raggiunto una base solida e forte di questa conquista potrà scegliere cosa volere nella vita, perché sa bene chi è e che cosa è diventato. L’equilibrista vive ogni attimo del suo percorso senza lasciare nessun passo al caso, vivendo questo percorso come l’ostacolo più grande, certo della sua fortezza e del suo coraggio, consapevole che l’unico modo per raggiungere la salvezza è passare per questa fune; sua croce e sua delizia.
Ecco proprio a tal guisa ritengo dovremmo fare noi tutti, o almeno coloro come me a cui è mancata la possibilità, volontà per paura o altro, pratica di equilibrismo non solo mentale, motivazionale ma anche e ancor più pratico, fisico.
La danza è l’equilibrio della grazia del corpo che canta il suo assolo alla vita.
- Anna Maria D’Alò