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gelatiCos’è che ti da la carica il lunedì mattina? Il senso del dovere forse? L’abitudine? Quel malcelato orientamento inespresso residente in un angolo remoto dell’anima infinitesimale particella enucleata all’interno della scatola cranica contenente quel resta del cervello? Alcune delle migliaia di domande che l’uomo delle domande si fa dalla notte dei tempi alba dei giorni senza trovare mai l’omino della risposte e così, aspettando Godot non resta altro da fare che uscire di casa in questo principio d’estate oramai presente da un po’ e andare a raggranellare qualche centesimo per rimediare una schifezza da bere e mangiare.

A proposito di estate e mangiare nonché nutrire il pianeta “Panza”, con i primi caldi ma anche in grandi freddi, tra una zumba e una ramba, tra un qui e un là viene voglia di qualcosa si fresco e invitante da slappare all’istante e quindi la risposta è presto detta: vado al chiosco prossimo venturo a ingollarmi un gelato. Il dovere può attendere.

Ma sto gelato è un tabù per me diabetico (tipo 1)? Dunque metto subito in chiaro una faccenda: la raggelante questione si divide per tipologia: mantenendo la regola del controllo glicemico e spezzatino alimentare nella distribuzione giornaliera dei pasti il gelato si fa e pappa; poi per coloro, come me, in somministrazione dell’insulina tramite microinfusore il tipo di prodotto in questione si fa ancora più gestibile e digeribile senza impatto ostico per la glicemia. Per il diabete tipo 2 a base alimentare il gelato non s’ha da mangiare se non in modica quantità e al posto della frutta purché sia senza creme e altri prodotti grassi come panna e cacao ad esempio e sempre con ingredienti naturali come la frutta per l’appunto.

Il diabete è una malattia che ci pone davanti a due comportamenti mentali da tenere sempre presente: disciplina e ordine, ragionamento. Pertanto quando vogliamo farci un gelato dobbiamo un attimo riflettere su come siamo messi sì con la glicemia e poi in quale momento della giornata lo collochiamo e in che circostanza ci poniamo. Faccio un esempio base sempre partendo da una glicemia “normale” nel bel mezzo del pomeriggio scatta il desiderio del gelato beh ci può stare nel caso siamo attivi e comunque non sprofondiamo anima e corpo sull’amaca per bighellonare e ronfare il tempo restante. Può anche andare prima di coricarci se abbiamo una glicemia su valore tendente al basso: allora un gelato può contrastare l’insorgere della temuta ipoglicemia notturna.

Circa la scelta del gelato ottimale: la migliore resta quella con ingredienti naturali a base di frutta evitando i gusti cremosi e ricchi di grassi non solo negativi per il carico aggiuntivo sulla glicemia ma per altri fattori di criticità nella circolazione sanguigna, vedi colesterolo in particolare.

Se vogliamo essere obiettivi, questi semplici consigli per l’alimentazione dovrebbero essere seguiti da qualsiasi persona di buon senso che abbia a cuore la salute. Per noi diabetici la sua attuazione è certamente più importante, ma se anche i nostri familiari seguissero queste avvertenze avrebbero tutto da guadagnare e, in fondo, ben poco da perdere.