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supportoUna promessa che ho fatto a me stesso fin dalla remoto dell’esordio del diabete è stata di non far vivere ad altri l’esperienza avuta da mamma e me di trovarci soli nell’affrontare la vita con la malattia, senza sapere come muoversi e cosa fare nei momenti intermedi tra una criticità (frequente) e una di tranquillità (carente). Lungi da me dall’avere funzioni “salvifiche”, ma, anche se tardivamente, sto cominciando a dare concretezza all’intento.

La prima parte di tale proposito ha potuto cominciare a prendere forma otto anni fa con la nascita di questo spazio nella rete (blog), poi gradualmente si è estesa nell’area social e quindi, a livello locale, con l’Associazione Diabetici. Ma nonostante questo non ero e sono soddisfatto poiché c’è molto da fare ancora e soprattutto si deve infrangere un muro di anonimato e ritrosia nell’accettare e far emergere la malattia che, oltre ad essere un dato di fatto psicologico, comporta di conseguenza un degrado del diabete e un peggioramento della stessa.

L’altro lato della medaglia con cui si deve fare i conti sta nei numeri: il diabete è una malattia che investe milioni di persone, con un processo di crescita epidemiologico esponenziale e tale effetto riguarda per il 95% il diabete tipo 2, per il quale poco si riesce a fare proprio per le dimensioni del problema e la conoscenza a macchia di leopardo delle situazione e persone.

Nei giorni scorsi sono stato chiamato a rappresentare l’Associazione per un incontro coi medici di medicina generale che seguono i diabetici tipo 2 in un grande quartiere di Bologna Nel corso dell’incontro sono state rappresentate e discusse le principali problematiche nella gestione della persona diabetica adulta da parte del MMG: difficoltà nellaccettazione della malattia, scarsa compliance di alcune fasce di pazienti (giovani, extracomunitari), scarso investimento in educazione all’adozione di stili di vita corretti, disomogenea competenza dei pazienti nella gestione dell’automonitoraggio, rapporti con i centri di diabetologia.

Per affrontare questi temi si è deciso di avviare con l’Associazione una collaborazione tesa a realizzare presso la Casa della salute del Quartiere un ciclo di incontri a cadenza mensile rivolti alla popolazione diabetica in cui coinvolgere professionisti di diverse discipline. Il ciclo si avvierà in occasione della prossima giornata mondiale del diabete (16 novembre 2015).

Ecco questa non è una scommessa, ma un progetto da realizzare e portare a termine con successo poiché sono convinto non sarà solo d’aiuto ma getterà le basi per far crescere diabetici oggi soli innanzi alla malattia e alla domanda delle cento pistole: che fare?

La ragione d’essere di una associazione, ovunque sia, sta in queste cose: ed ora si comincia a fare sul serio perché è il lavoro di squadra a darci la forza e il cerchio blu rappresenta non solo il simbolo della giornata mondiale del diabete, ma l’accerchiamento della malattia stessa. Così si comincerà a fare dal prossimo autunno qui da me e non solo.