
A parte la pioggia, la neve, il Sole e tutti gli altri agenti atmosferici, oltre alle deiezioni dei volatili e altre diavolerie umani che cadono dall’alto, altro non c’è. Se vuoi migliorarti devi camminare, raccogliere la pera dall’albero da frutto, impegnarti per raggiungere un obbiettivo, alcuni sono, sembrano facilitati come altri no, ma il percorso che porta alla risposta dei perché deve essere preso altrimenti nulla stringe e torna a sé.
Passiamo i nostri giorni credendo a volte che ciò che ci succede possa essere frutto del caos o di un disegno superiore, come se le nostre azioni non fossero frutto della nostra libertà di scegliere. Questo concetto semplice permette a molte coscienze di sollevarsi dalle colpe quotidiane e dalle cattive azioni: “la vita è ingiusta e io come posso non esserlo?”. Bene, io non credo sia così. Tolto il resto, fatto da osservatori o al massimo “influenzatori”, sono fermamente convinto che nelle nostre vite siano solo due gli agenti: noi e la morte. Sulla seconda c’è ben poco da dire visto che oltre a non conoscerla non la possiamo prevedere. La possiamo e la dobbiamo trattare come una nostra pari (una “sorella”, come nel Cantico delle Creature di San Francesco), senza una connotazione negativa e senza inutili fatalismi. In sostanza obbliga le cose ad andare avanti senza se e senza ma, obbliga a muoversi anche quelle pedine che se no rimarrebbero ferme e mescola le carte di un mazzo che altrimenti rischierebbe di essere noiosamente prevedibile.
E al primo posto ci siamo noi. Inutile cercare cause allo scarso successo, alle continue incomprensioni o accampare scuse al fatto che niente migliora: …prima dobbiamo guardarci allo specchio e lì troviamo la causa di tutto. Se non capiamo che noi siamo il motore del nostro cambiamento e gli artefici del nostro successo non possiamo recriminare alla vita di non darci le occasioni, a Dio di non “aiutarci” e alla sorte di non tirarci addosso felicità e successo. Quando le cose sembrano andare solo male e la nostra vita sembra chiudersi verso un vicolo cieco, dobbiamo aprire gli occhi davanti al fatto che la forza del cambiamento è in noi e che noi siamo i più grandi agenti delle nostre vite.
Ognuno la risposta la trova da sé, la differenza la fanno le basi di partenza combinate con quanto ci metti tu per dare sapore e stimolo alla vita. Se non metti gusto nelle cose che fai che senso ha? D’accordo la solidarietà, l’altruismo d’accordo ma alla base ci deve essere sempre la consapevolezza che occorre sapere arrangiarsi. Un diabetico se non lo sa all’inizio della malattia lo impara, nel bene o nel male, strada facendo per tante e diverse ragioni.
E qual è la sintesi finale?
Vivi e non farti bloccare la strada da paure e ansie. Lo so le avrai e ci saranno, ti verranno a trovare, far visita nel corso del tempo, degli anni, ma anche se per un momento cadrai in trappola esci, magare venendo a rileggere questo pensiero.
Di frase fatte ce ne sono tante dette e ridette, lette e rilette ma anche di persone fatte ce ne stanno parecchie, forse troppe? Ecco non disfarsi sul da farsi e ricordati che la vita ci è data per viverla e non lasciarti condizionare da nulla, diabete compreso.