Una valanga di notizie e novità stanno emergendo da Riccione (Rimini) dove sabato scorso ha avuto inizio Panorama Diabete 2017, la kermesse di informazione e approfondimento sui temi clinici e della ricerca promossa ogni due anni dalla Società Italiana di Diabetologia, un appuntamento molto importante e che terminerà il 15 marzo. Lo sta seguendo per noi l’inviato speciale Goffredo Meniori dell’agenzia stampa Perdire così da carpire umori e nuove dal pianeta diabete.
Il piedino diabetico verrebbe da dire ma nessun approccio erotico verso i diabetici state pur tranquilli, semplicemente nel listone dei servizi e prestazioni curative e diagnostiche offerte dal servizio sanitario nazionale si sono “scordati” di metterci le scarpe speciali ortopediche dal costo di 100-200 euro al paio. Una spesa che può incidere notevolmente nel bilancio di chi ne ha bisogno: sono i moltissimi malati di diabete che soffrono di piede diabetico con ulcere e che necessitano, appunto, di queste particolari calzature. Le scarpe non sono però più inclusi nei livelli essenziali di assistenza (Lea) secondo quanto affermato dal Presidente della società italiana di diabetologia Giorgio Sesti da Panorama Diabete, “può aumentare i rischi per circa 150 mila diabetici italiani che potrebbero averne bisogno”.
“Nei Lea, dei quali diamo un giudizio sostanzialmente positivo, anche se alcuni aspetti si potevano ottimizzare maggiormente – spiega Sesti – sono incluse protesi più raffinate e costose per i pazienti che hanno subito un’amputazione e questo è ovviamente fondamentale. Sono però escluse le scarpe ortopediche terapeutiche, solo in apparenza meno importanti”.
Tali calzature “determinando una particolare posizione per il piede ulcerato, aiutano a prevenire conseguenze più gravi fino all’amputazione. In Italia sono 150 mila i pazienti con un problema serio di piede diabetico che potrebbero averne bisogno”.
Si tratta certamente di un costo per il Servizio Sanitario Nazionale, costo che si tradurrebbe però in un notevole risparmio per le casse della sanità sul medio termine: “Basti pensare – sottolinea Sesti – che sono circa 10 mila l’anno le amputazioni per piede diabetico. Il costo per ogni paziente amputato è di circa cinquemila euro annuali solo per i costi diretti, cui si aggiungono altri 10 mila euro per costi indiretti”.
“Facendo una stima, dunque – avverte il diabetologo – se tutti i pazienti che ne hanno bisogno utilizzassero tali scarpe, prevenendo così complicanze e innanzitutto amputazioni, si potrebbe arrivare ad un risparmio annuale per il Servizio Sanitario pari a 1.5 milioni di euro”. Di contro, conclude Sesti, “nei Lea sono rientrati vari nuovi esami e dispositivi, e ciò è senza dubbio positivo.
Ma a margine circa i Livelli essenziali di assistenza va fatto un inciso: tra le prestazioni contemplate c’è, ad esempio, l’educazione terapeutica per il diabete (gestione della terapia, alimentazione ecc.), beh nei fatti solo una minima parte dei centri (per adulti, poiché le uniche garantite sono le pediatrie) riesce a farla veramente. Le ragioni sono presto dette: manca il team di diabetologia fatto non solo dal medico ma dall’infermiere, dietista, podologo, psicologo. In particolar modo la figura preposta all’educazione terapeutica (l’infermiere) o manca, o per problematiche interne non riesce a garantire il servizio (orari ecc.).
Come inizio, per ora, novità dal meeting adriatico, in quanto circa l’appropriatezza degli esami e farmaci prescritti al paziente diabetico la storia è vecchia e detta già all’EASD di Vienna nel 2014 dal prof. Bonora, allora presidente SID, come la maggiore mortalità femminile tra i diabetici per scarsa aderenza alla terapia risale già a quell’epoca.
Negli ultimi tre giorni rimasti dell’appuntamento staremo a vedere se vengono riportate novità o meno relativamente all’HbA1c in autotest a domicilio e sui nuovi trial legati alla telemedicina onsite.
Goffredo Meniori