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Soli sulle dite di una mano.


Lo sento, lo so, direte: ma cosa ti lamenti hai 56 anni quasi tutti con il diabete tipo 1 (ex giovanile, ex in tutti i sensi) e avverti da anni intorpidimento agli arti, formicolio e fitte sulle punte delle dita, dolore al polso. Certo ho l’artrite reumatoide, come una iniziale neuropatia periferica e esistente da anni autonomica. E allora? Cosa vuoi che sia? Ci sono guai peggiori al mondo.
Certo come ci sono guai migliori.
Vedete una cosa che forse non si sa o si fa finta di non sapere è che non vi alcuna garanzia circa l’evitabilità o meno delle complicanze nonostante il pedissequo controllo quotidiano della glicemia tante volte per quanto mangiamo e ci corichiamo a dormire, con calcolo dei carboidrati e tutto il resto, attività fisica e sport.
Naturalmente questi comportamenti contribuiscono ad abbassare le probabilità di beccarsi una complicanza, ma sono talmente tanti i fattori incidenti che una certezza assoluta nessuno è in grado di darla.
Prendete il mio caso: è tutta una vita che faccio attività fisica tutti i santi giorni e mi ritrovo come dicevo poc’anzi con l’artrite reumatoide (altra patologia autoimmune con il T1D) e la neuropatia periferica.
Dico ste cose per una buona e solida ragione: dobbiamo sostenere la ricerca per la cura del diabete tipo 1 a tutto campo e rivolgendo l’attenzione su alcuni obbiettivi a mio avviso prioritari. In primo luogo trovare terapie che semplifichino la vita quotidiana al diabetico e suoi familiari, dato che sì l’insulina è un salvavita ma i risultati sono fluttuanti per usare una frase da “karma”.
Poi c’è il grande capitolo delle complicanze per le quali, come ben sappiamo, a parte le cardiovascolari e qualcosa di blando per i reni, su occhi e neuropatia non esistono trattamenti degni di questo nome.
Ancora è da queste basi che occorre prendere coscienza dell’importanza della ricerca per la cura, le cure del diabete tipo 1 pensando a noi certo come alle nuove generazioni d’oggi e a quelle che verranno.
Diabeteasy l’evento in programma tra due mesi, il prossimo 4 novembre a Bologna, con gli scienziati e ricercatori del Diabetes Research Institute – Ospedale San Raffaele di Milano e i medici diabetologi degli adulti e pediatria del Policlinico Universitario Sant’Orsola di Bologna costituisce un importante appuntamento, in occasione dei 10 anni di pubblicazioni online de Il Mio Diabete, per avere un dialogo diretto con gli operatori del ramo.
E allora potremo dire: nessuno è più solo sulle dite di una mano.