A mezzogiorno metà del percorso è fatto restano altre dodici ore prima di morire e rinascere, ma non occorre pensarci: è naturale, non sta nei banchi dei prodotti bio come nella raccolta dei rifiuti che differenziati o meno restano indifferenziati anzi indifferenti al loro destino.
Siamo tutti produttori di pattume, oggi più che mai, e anche noi diabetici ci mettiamo un bel carico da 90 con gli scarti dei dispositivi vari in dotazione.
Ma tra pattumiere e sfere cosa importa? Le questioni affrontate male o per niente sono e restano l’angoscia e lo stigma del diabete fenomeni, situazioni associate a peggiori risultati nei diabetici, non solo del Katanga. Tuttavia, lo stigma del diabete non è stato studiato e affrontato nella nostra realtà in cui le pratiche cliniche differiscono, la consapevolezza del diabete è inferiore e le famiglie devono affrontare diverse sfide per sostenere i bambini con diabete di tipo 1 (T1D). Da qui parte la necessità di conoscere la portata e impatto sociale della relazione tra la depressione dei genitori e lo stigma del diabete con il controllo glicemico di un bambino.
L’assistenza sociale nella sanità, in ambito diabetico è un capitolo sconosciuto, se esiste ne ignoriamo l’esistenza. E dato che il tema della giornata mondiale del diabete è anche quest’anno “il diabete in famiglia”, mancano informazioni proprio su aspetto che riguarda non solo i bambini e adolescenti ma gli adulti con diabete tipo 1. Uscire dalla latitanza su questi temi è, credo urgente, altrimenti anche qui tutto si ferma alle solite chiacchiere da social e altri alveari umani.
Ad esempio: i genitori con sintomi depressivi moderati / gravi che manifestano uno stigma associato al diabete del loro bambino hanno avuto bambini con un controllo glicemico significativamente peggiore rispetto ai genitori con sintomi depressivi assenti / lievi che manifestano la stessa quantità di stigma. Rapporti più elevati di stigma sono associati a una media più alta di HbA1c per i genitori con moderato / grave stato d’ansia/depressione rispetto ai genitori con sintomi lievi / non depressivi.
E questi stati si trascinano col tempo e si portano dietro nel diabetico, diventando adulto, quindi non è solo una condizione circoscritta alla fascia pediatrica.
Siccome però oggi col diabete si tende a riprodurre l’effetto yo-yo tra minimalismo e massimalismo sulla materia, occorre quanto meno affrontare l’impatto sociale della malattia oltre al parametro ematico-fisiologico.
Ma siccome è un percorso impegnativo da avviare si preferisce ripetere ogni volta per la Giornata Mondiale del Diabete il solito mantra: mangiare meno camminare di più.