




Cogliere l’essenza è un problema quando la consistenza non si presenta e così accade che, quando si parla di malattia e terapia uno pensa ad una pastiglia e via. Invece accade che le situazioni sono differenti e proprio parlando del tema dominante di questo, blog, il diabete, i trattamenti sono molteplici e diversificati.
Ma non delle terapie che tratto qui, bensì di una terapia: l’insulina e in particolar modo della gestione intensiva, multipla della stessa, cosa attinente in particolar modo noi diabetici tipo 1.
Potrei definire la cosa con un concetto semplice e diretto: fai la dose giusta, anzi no, azzecca la dose giusta! Sì, perché il punto è proprio dominato dall’incertezza in rapporto alle azioni quotidiani comune costituite dal carboidrato, cibo e attività fisica.
L’anelito è la normalità della glicemia, la realtà ha che fare con il continuo destreggiarsi tra le variabili glicemiche gestite con l’insulina iniettata, i controlli, le modifiche dei piani e altro ancora.
Racconto tutto questo perché la giornata del diabete mette al centro sempre la stessa litania ed è rivolta sempre alla stessa platea: mangiare di meno, fare più attività fisica per contenere la pandemia diabetica del tipo 2 di origine “alimentare”.
Certo avere una vita attiva è importante per il corpo e la mente ma è anche un modo per prendere tempo, poiché alla base delle dinamiche, che portano al formarsi di diverse patologie croniche gnerate da stili di vita e comportamenti malsani, c’è una volontà politica di non affrontare il problema di un sistema economico centrato sul consumismo e l’immobilità più il marketing.
A me, da diabetico scomodo, farebbe piacere vedere percorsi di gestione della malattia più comodi e semplificati.
Nell’attesa mi preparo per sabato prossimo e che sia una buona giornata del diabete per tutti i volontari e i partecipanti alle diverse e tante iniziative in calendario.