Notizie false ciarlatani e truffatori

La diffusione della disinformazione legata alla salute sui social media

I commentatori contemporanei descrivono l’attuale periodo come “un’era di notizie false” in cui la disinformazione, generata intenzionalmente o non intenzionalmente, si diffonde rapidamente. Sebbene colpisca tutte le aree della vita, pone particolari problemi in ambito sanitario, dove può ritardare o prevenire cure efficaci, in alcuni casi minacciando la vita delle persone. Mentre la diffusione della disinformazione risale ai primi giorni della medicina scientifica, la crescita di Internet, consentendo la comunicazione istantanea e la potente amplificazione della stessa, ha portato a un cambiamento quantico. Nelle democrazie in cui le idee competono sul mercato per attirare l’attenzione, informazioni scientifiche accurate, che possono essere difficili da comprendere e persino noiose, sono facilmente cancellate da notizie sensazionalizzate. Nell’arena della salute, molta preoccupazione si è concentrata sulla diffusione della disinformazione sull’immunizzazione, con i social media che agiscono come un potente catalizzatore per il movimento anti-vaxxer. Al fine di scoprire le prove attuali e comprendere meglio il meccanismo di diffusione della disinformazione, segnaliamo una revisione sistematica della natura e dei potenziali fattori di disinformazione relativi alla salute.

Vi è una comprensione limitata del perché gli individui e alcuni segmenti della popolazione sono vulnerabili alla disinformazione sulla salute ed è indispensabile che gli operatori sanitari e i responsabili politici comprendano i potenziali interventi. Abbiamo cercato in cinque diversi database scientifici per identificare pertinenti articoli metodologici ed empirici pubblicati tra il 2012 e il 2018. Sono stati inclusi 57 articoli per l’analisi full-text.

Nel complesso, abbiamo osservato una tendenza crescente negli articoli pubblicati sulla disinformazione relativa alla salute e il ruolo dei social media nella sua propagazione. Gli argomenti più ampiamente studiati che coinvolgono la disinformazione riguardano la vaccinazione, l’Ebola e il virus Zika, sebbene ne siano presenti anche altri, come l’alimentazione, il cancro, la fluorizzazione dell’acqua, il diabete e il fumo. Nel complesso, gli studi hanno scoperto che la disinformazione esistente è abbondante ed è spesso più popolare di informazioni accurate. Numerosi studi riguardano settori in cui l’azione statale mette in discussione l’autonomia individuale. L’esempio classico è la vaccinazione, in cui un’efficace protezione della popolazione richiede il raggiungimento di livelli di assorbimento sufficienti a raggiungere l’immunità della mandria. Questa recensione conferma che le idee sbagliate sul vaccino MMR e sull’autismo, in particolare, rimangono prevalenti sui social media. Altri argomenti condividono l’incertezza scientifica, con le autorità incapaci di fornire spiegazioni o consigli sicuri, come per le infezioni da virus emergenti quali i virus Ebola e Zika. Gli studi hanno adottato quadri teorici della psicologia e della scienza delle reti, mentre l’analisi della co-citazione ha rivelato il potenziale per una maggiore collaborazione tra i campi. La maggior parte degli studi ha utilizzato l’analisi dei contenuti, l’analisi dei social network o esperimenti, attingendo a paradigmi disciplinari disparati.

Le future ricerche dovrebbero esaminare la suscettibilità di diversi gruppi sociodemografici alla disinformazione e comprendere il ruolo dei sistemi di credenze sull’intenzione di diffondere la disinformazione. La gravità e gli effetti deleteri che si possono avere sulla società sono difficilmente quantificabili, ma le prove abbondano e abbiamo bisogno di ulteriori ricerche sull’identificazione di popolazioni sensibili e sulla comprensione delle asimmetrie socio-demografiche e ideologiche nell’intenzione di diffondere disinformazione.

Ciao Pizza Blue Monday 15 gennaio Giornata mondiale della Neve
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