I sistemi automatizzati di somministrazione di insulina a circuito chiuso (CL) hanno dimostrato di essere sicuri ed efficaci nella regolazione dei livelli di glucosio e nella riduzione del carico cognitivo nelle persone con diabete di tipo 1 (T1D). Tuttavia, date le limitate opzioni di mercato e la natura fai-da-te della maggior parte dei sistemi, può essere difficile per i potenziali utenti modellare le loro aspettative adattandole alla vita quotidiana e alle routine di gestione. Pertanto, un team di progettisti, ricercatori e sviluppatori made in USA costituito da: Dipartimento di Pediatria, Stanford University School of Medicine, CA, USA; Boston University School of Medicine, MA, USA; Photon Biomedical, Filadelfia, Pennsylvania, Stati Uniti; Kaiser Permanente, Oakland, CA, USA, ha esaminato la fattibilità e il potenziale di un intervento di realtà virtuale (VR).
Così è stato creato un intervento VR in quattro parti per esporre gli adulti con T1D alle barriere del sistema CL previste: immagine del corpo, problemi percepiti nell’uso di CL, paure da scrivania e attenzione sociale indesiderata. Gli obiettivi del progetto pilota erano di valutare la fattibilità ed esporre i pazienti a CL. I sondaggi sono stati condotti prima e dopo la partecipazione all’esperienza VR.
In sintesi, un totale di 20 adulti con T1D ha completato il progetto pilota. Il tempo medio per completare l’esperienza è stato di 14,1 minuti (8,8-39,9). La malattia in VR segnalata era bassa. La disponibilità a utilizzare la realtà virtuale è stata mantenuta nel 90% ( n = 18) e non ha modificato le aspettative di CL nel 95% ( n = 19). La realtà virtuale ha cambiato le seccature percepite di CL nel 25% ( n = 5) con quattro pazienti preoccupati per gli allarmi e uno per problemi di connettività: atteggiamenti positivi della tecnologia del diabete, fiducia nella gestione dell’ipoglicemia, percezioni generali dell’aspetto e affetto positivo mantenuti dopo l’intervento VR. L’effetto negativo è diminuito in modo significativo dopo l’esposizione e le percezioni di sovrappeso tendevano a calare.
L’intervento pilota in VR ha dimostrato un elevato potenziale nell’affrontare le barriere attese all’adozione e all’utilizzo dei sistemi CL (pancreas artificiale) senza diminuire l’entusiasmo o cambiare le aspettative sul complesso biomedicale.
Nei percorsi educazionali e di compliance legate all’introduzione dei dispostivi biomedicali la VR è un mezzo da esplorare e, credo, da adoperare all’interno di percorsi educativi per il diabete.
Pubblicato il 5 febbraio 2020 nella rivista Journal of Diabetes Science and Technology.