Un nuovo studio identifica la carenza di vitamina D, oltre al fumo, all’alto indice di massa corporea e all’osteoporosi, come cause chiave di aumento della degenerazione e del dolore lombare e documenta l’elevata prevalenza della carenza di vitamina D nelle donne in postmenopausa.
CLEVELAND, Ohio (12 febbraio 2020) – La degenerazione del disco lombare e la conseguente lombalgia diventano preoccupazioni maggiori con l’età e colpiscono in modo sproporzionato le donne più degli uomini, probabilmente a causa della diminuzione dei livelli di estrogeni durante la menopausa. Un nuovo studio dimostra che la carenza di vitamina D, il fumo, l’alto indice di massa corporea (BMI) e l’osteoporosi sono fattori di rischio per il mal di schiena. I risultati dello studio sono stati pubblicati online oggi su Menopause, il giornale della The North American Menopause Society (NAMS).
La degenerazione del disco lombare è una comune malattia muscoloscheletrica che spesso causa mal di schiena. Precedenti studi hanno dimostrato l’effetto degli estrogeni sulla degenerazione del disco, il che spiega in parte perché la degenerazione è più grave nelle donne in postmenopausa rispetto agli uomini della stessa età. Oltre a concentrazioni di estrogeni più basse, la carenza di vitamina D è comune durante il periodo postmenopausa.
La vitamina D è fondamentale per mantenere i livelli di calcio e fosforo, contribuendo a prevenire le malattie ossee come il rachitismo e l’osteoporosi. Studi recenti hanno dimostrato che la carenza di vitamina D è associata al mal di schiena e che l’integrazione può alleviare questo dolore e migliorare la forza muscolo-scheletrica. Ma pochi studi sono stati condotti sul ruolo della vitamina D nella degenerazione spinale, specialmente nelle donne in postmenopausa.
Questo nuovo studio ha valutato lo stato della vitamina D nelle donne in postmenopausa e la sua relazione con la degenerazione del disco e il mal di schiena. Ha concluso che la carenza di vitamina D è molto diffusa nelle donne in postmenopausa e che una concentrazione sierica di vitamina D inferiore a 10 ng / mL, che indica una grave carenza, dovrebbe essere considerata un indicatore di grave degenerazione del disco e lombalgia. Ha inoltre identificato ulteriori fattori di rischio come fumo, alto indice di massa corporea e osteoporosi per il mal di schiena oltre la carenza di vitamina D.
I risultati dello studio appaiono nell’articolo “Lo stato della vitamina D influenza la degenerazione del disco lombare e la lombalgia nelle donne in postmenopausa? Uno studio retrospettivo a centro singolo”.
“Questo studio mostra che livelli molto bassi di vitamina D erano collegati a una maggiore probabilità di mal di schiena da moderato a grave e degenerazione del disco lombare più grave, probabilmente a causa degli effetti benefici che la vitamina D ha sulla sensibilità del dolore nervoso e muscolare, sulla forza e sulla massa muscolare e infiammazione. Sebbene non tutte le donne necessitino di un’integrazione di vitamina D, ciò dimostra l’importanza di evitare gravi stati di carenza di vitamina D “, afferma la dott.ssa Stephanie Faubion, direttore medico della NAMS.