- Secondo i risultati della sottoanalisi predefinita dello Studio sugli esiti cardiovascolari CARMELINA®1, negli anziani con diabete di tipo 2, linagliptin non aumenta il rischio di eventi avversi cardiovascolari, di ospedalizzazione per scompenso cardiaco, né di eventi avversi renali, rispetto a placebo;
- Inoltre, nella medesima popolazione, linagliptin non aumenta il rischio di ipoglicemia rispetto a placebo1
Ingelheim, Germania, 12 febbraio – Boehringer Ingelheim ha annunciato i risultati di una sottoanalisi dello Studio CARMELINA®, pubblicati oggi su Diabetes Obesity and Metabolism, che dimostrano come linagliptin non aumenti il rischio di eventi avversi cardiovascolari, né di ipoglicemia, rispetto a placebo, nei pazienti anziani con diabete di tipo 2.1
L’invecchiamento demografico ha comportato uno spostamento epidemiologico del diabete verso la fascia d’età anziana.1 Ad oggi, su un totale stimato di 463 milioni di persone affette da diabete, circa 136 milioni hanno più di 65 anni. Tuttavia, nonostante l’elevata prevalenza, la percentuale di pazienti anziani negli studi clinici condotti su farmaci ipoglicemizzanti è stata storicamente sottorappresentata.3
Il recente Studio sugli esiti cardiovascolari CARMELINA® ha arruolato soggetti di età pari o superiore ai 18 anni, senza alcun limite di età massima.4 La sottoanalisi predefinita di CARMELINA® ha valutato gli esiti clinici e gli eventi avversi nella popolazione di pazienti, suddividendola per fasce di età nei seguenti sottogruppi: <65 anni; da 65 a <75 anni, e ?75 anni.1
“Questa sottoanalisi fornisce informazioni utili sulla popolazione anziana con diabete di tipo 2. Sono individui che possono presentare fragilità, un alto tasso di comorbilità, e che spesso assumono diversi farmaci, tutti aspetti che rendono complessa la gestione del controllo glicemico – ha dichiarato Waheed Jamal, Corporate Vicepresidente e Responsabile della Direzione Medica Cardio Metabolica di Boehringer Ingelheim – Considerato che l’incidenza del diabete di tipo 2 nella popolazione anziana è la più alta rispetto alle altre fasce d’età, i risultati di questa analisi offrono un aiuto prezioso ai medici, favorendo una migliore gestione della terapia in questa popolazione di pazienti, in passato sottorappresentata negli studi clinici”.
I risultati evidenziano che, per tutti i gruppi d’età, linagliptin non ha aumentato il rischio di eventi avversi renali, di eventi cardiovascolari e di ospedalizzazione per scompenso cardiaco rispetto a placebo.1 Inoltre, rispetto a placebo, linagliptin ha migliorato il controllo glicemico in tutti i gruppi d’età. L’incidenza di eventi avversi, tra cui ipoglicemia, è aumentata con l’avanzare dell’età, ma in modo analogo con linagliptin e con il placebo, sebbene linagliptin abbia ridotto l’emoglobina glicata (HbA1c).1 1
“L’età avanzata, in aggiunta a cardiopatia e/o nefropatia accertata, indica che nello studio CARMELINA la popolazione anziana sia composta da soggetti con diabete di tipo 2 ad alto rischio,” – ha proseguito il Dottor Jamal. “Questi risultati dovrebbero fornire un’ulteriore conferma agli operatori sanitari del fatto che linagliptin possa essere utilizzato in un’ampia popolazione di pazienti per migliorare il controllo glicemico e, contemporaneamente, garantire una sicurezza cardiovascolare e renale”.
Lo Studio CARMELINA®
CARMELINA® è uno studio clinico multinazionale, randomizzato, in doppio cieco, con gruppo di controllo a placebo, che ha incluso 6.979 adulti con diabete di tipo 2, osservati per una durata mediana di 2,2 anni, in oltre 600 centri di 27 paesi4,5. Lo studio è stato disegnato per valutare gli effetti di linagliptin (5mg una volta/die) rispetto a placebo (entrambi in aggiunta a standard terapeutico) sugli esiti cardiovascolari in soggetti adulti con diabete di tipo 2 e altro rischio cardiovascolare, la maggioranza dei quali presentava concomitante malattia renale.4,5La popolazione di soggetti ad alto rischio cardiovascolare e/o concomitante nefropatia riflette quella che i medici incontrano nella pratica clinica quotidiana.6 Lo standard terapeutico ha incluso sia ipoglicemizzanti, sia farmaci cardiovascolari (tra cui antipertensivi e ipolipemizzanti).
Lo Studio CARMELINA® è stato diretto da un Comitato Direttivo accademico e dall’alleanza di Boehringer Ingelheim ed Eli Lilly and Company in Diabetologia. Rispetto ai risultati di altri studi di esito cardiovascolare recentemente rilasciati su inibitori della dipeptidil peptidasi 4 (inibitori di DPP-4) nel diabete di tipo 2, CARMELINA® è quello che ha incluso la più alta percentuale di pazienti con funzionalità renale compromessa.7*
Per maggiori informazioni su CARMELINA®, visitate il sito https://www.carmelinatrial.com/
Linagliptin
Linagliptin è un inibitore della DPP-4 a dosaggio unico, in monosomministrazione giornaliera, significativamente efficace nella riduzione della glicemia in adulti con diabete di tipo 2. Può essere prescritto a soggetti adulti con diabete di tipo 2, indipendentemente da età, durata della malattia, gruppo etnico, indice di massa corporea (BMI), funzionalità epatica e renale.8Di tutti gli inibitori della DPP-4 disponibili linagliptin è quello con il più basso tasso di escrezione renale.9–12
Linagliptin è sviluppato e commercializzato dalla Alliance Boehringer Ingelheim e Eli Lilly and Company.
BIBLIOGRAFIA
- Endpoint primario definito come il tempo intercorso sino al primo verificarsi di mortalità per cause cardiovascolari, infarto del miocardio non-fatale o ictus non-fatale (MACE-3)
** Key secondary endpoint defined as time to first occurrence of sustained end stage kidney disease (ESKD), death due to kidney disease, or a sustained decrease in eGFR from baseline of ?40 percent compared to placebo
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