Gli scopi del presente studio fatto in Svezia erano (1) determinare la prevalenza di menomazioni degli arti superiori (UEI) in pazienti con diabete di tipo 1 mediante indagine clinica; (2) indagare se le menomazioni segnalate da sé erano in accordo con i risultati clinici e se si potevano identificare le domande chiave; e (3) indagare se le risposte auto-riferite al questionario formulato dai ricercatori in merito alle UEI erano affidabili.

I pazienti con diabete di tipo 1 sono stati invitati a partecipare a uno studio trasversale di UEI clinici e auto-segnalati (12 articoli) in aggiunta alla normale visita clinica programmata. Prima della visita, un questionario sulle UEI è stato compilato due volte (test-retest) seguito da test clinici durante la visita pianificata.

In totale, 69 pazienti di età compresa tra 45 ± 14 anni e con durata del diabete 26 ± 15 sono stati inclusi nello studio. Nell’esame clinico, due terzi (65%) dei pazienti hanno mostrato uno o più UEI, con la mancata esecuzione della mano contro la schiena come il risultato clinico più comune (40%) seguito dal test di Phalen positivo (27%), test di Tinel (26%) e segno di preghiera (24%). Le UEI osservate dall’esame clinico erano spesso bilaterali e spesso coesistevano in alterazioni multiple. La rigidità della spalla auto-segnalata era associata a ridotta mobilità della spalla e al segno della preghiera. La ridotta forza della mano auto-segnalata era associata a una forza di presa inferiore, al segno della preghiera, al dito a grilletto, alle fibrosi nelle strutture delle corde e alla ridotta forza del tallone, nonché alla ridotta mobilità della spalla. Inoltre, la precedente auto-segnalazione del tunnel carpale e del dito a grilletto è stata associata a diverse UEI cliniche tra cui spalla, mano e dito. Il test dal questionario ha mostrato un elevato accordo dell’80-98% per le menomazioni riportate a livello di spalla, mano e dito.

Conclusione: le UEI sono comuni nel diabete di tipo 1. La rigidità della spalla auto-segnalata e la ridotta forza della mano potrebbero essere utilizzate per catturare pazienti con UEI che necessitano di indagini cliniche e strategie preventive e terapeutiche potenziate, nonché interventi riabilitativi.

Pubblicato il 7 aprile 2020 nel Journal of Diabetes Research

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