
Sotto i livelli di insulina basale, esiste una relazione a U invertita tra l’intensità dell’esercizio e il fabbisogno di glucosio esogeno per mantenere stabili i livelli di glucosio nel sangue nel diabete di tipo 1 (T1D), senza glucosio richiesto per l’esercizio intenso (picco di V?O2 dell’80%), il che implica che l’esercizio ad alta intensità non favorisce l’ipoglicemia.
I diabetologi australiani hanno testato l’ipotesi che una simile relazione a U invertita esista in condizioni iperinsulinemiche, con esercizi aerobici ad alta intensità che non favoriscono l’ipoglicemia.
Nove giovani adulti con T1D (età media ± DS, 22,6 ± 4,7 anni; emoglobina glicata, 61 ± 14 mmol · mol -1; indice di massa corporea, 24,0 ± 3,3 kg · m -2, picco V?O2, 36,6 ± 8,0 ml · kg -1min -1) sono stati sottoposti a un clamp iperinsulinemico-euglicemico per mantenere una glicemia stabile (5-6mmol·L -1) ed esercitati per 40 minuti a 4 diverse intensità (35, 50, 65 e 80% V?O2peak) su giorni successivi a un disegno di studio controbilanciato randomizzato.
Principali misure di outcome: velocità di infusione del glucosio (GIR) e livelli di ormoni glucoregolatori.
Risultati: il GIR (± SEM) per mantenere l’euglicemia era di 4,4 ± 0,4 mg · kg -1 min -1 prima dell’esercizio e aumentava significativamente di 1,8 ± 0,4, 3,0 ± 0,4, 4,2 ± 0,7 e 3,5 ± 0,7 mg · kg – 1 min -1 durante l’esercizio a 35, 50, 65 e 80% di picco V?O2, rispettivamente, senza differenze significative tra le due intensità di esercizio più alte (p> 0,05), nonostante le differenze nei livelli di catecolamine (p <0,05). Durante il periodo di 2 ore dopo l’esercizio a 65 e il picco di V?O2 dell’80%, i GIR non differivano da quelli durante l’esercizio (p> 0,05).
Conclusioni: in condizioni iperinsulinemiche, il fabbisogno di glucosio esogeno per mantenere una glicemia stabile durante e dopo l’esercizio aumenta con l’intensità dell’esercizio, quindi raggiunge il plateau con l’esercizio eseguito a un’intensità superiore a moderata (> 65% V?O2 picco). L’esercizio ad alta intensità non conferisce protezione contro l’ipoglicemia.
Pubblicato il 24 ottobre 2020 in JCEM