La dieta occidentale altera l’apprendimento correlato agli odori e la memoria olfattiva nei topi
I problemi con l’olfatto sembrano essere un indicatore precoce del declino cognitivo nelle persone con diabete di tipo 2. Tuttavia, non è noto se fattori come la dieta e l’obesità abbiano un ruolo in chi sviluppa questi sintomi. Ora, i ricercatori che hanno riportato in ACS Chemical Neuroscience hanno scoperto che i topi nutriti con un cibo moderato di grassi e ad alto contenuto di zuccheri (simulando una dieta occidentale) hanno mostrato un declino più rapido nella loro capacità di apprendere e ricordare nuovi odori.
Alcune persone con diabete di tipo 2 (T2D) mostrano segni di disfunzione olfattiva, inclusi problemi nel rilevare, discriminare o ricordare gli odori, o anche una completa perdita dell’olfatto. Questi sintomi sono fortemente associati al deterioramento cognitivo e le prove suggeriscono che potrebbero essere un indicatore precoce della condizione nelle persone con T2D. Anche l’obesità, che è il principale fattore di rischio per il T2D, è stata associata a disfunzione olfattiva, ma l’impatto dell’obesità sull’olfatto in particolare in questi pazienti non è chiaro, poiché gli studi hanno prodotto risultati contrastanti. Inoltre, non è noto se alcuni nutrienti nella dieta, come grassi e zuccheri, influenzino l’olfatto. Per scoprirlo, Grazyna Lietzau, Cesare Patrone e colleghi hanno voluto confrontare gli effetti di due diete su diverse funzioni olfattive nei topi: un alto contenuto di grassi, dieta a contenuto moderato di zucchero (HFD); e una dieta moderata di grassi e ricca di zuccheri (simile a una dieta occidentale, WD). Nei topi, entrambe le diete causano obesità e caratteristiche simili al T2D.
A uno, tre e otto mesi, il team ha eseguito test per valutare le diverse funzioni olfattive nei topi. Entro otto mesi, sia i topi nutriti con HFD che quelli nutriti con WD presentavano una ridotta rilevazione degli odori, apprendimento correlato agli odori e memoria olfattiva rispetto ai topi di controllo. Tuttavia, i topi nutriti con WD hanno avuto un declino più rapido nelle ultime due capacità, mostrando una disfunzione olfattiva già 3 mesi dopo l’inizio della dieta. Questi risultati indicano che un alto contenuto di zucchero nella dieta, piuttosto che l’iperglicemia o l’aumento di peso, è collegato al deterioramento precoce delle funzioni olfattive legate all’apprendimento e alla memoria, affermano i ricercatori. Il modo in cui lo zucchero provoca questi effetti e se sono visti anche negli esseri umani, i ricercatori riconoscono, resta da determinare.