In questo delicato contesto, in cui tutti siamo colpiti dalla pandemia da COVID-19, è in corso un ulteriore preoccupante diffusione della patologia diabetica. In costante aumento in tutto il Mondo, il diabete chiude quest’anno con un tasso di mortalità altrettanto preoccupante: sono infatti 4,2 milioni di persone le vittime dell’anno scorso. La condizione è già una delle prime 10 cause di morte a livello globale.
Il diabete di tipo 1 non può essere prevenuto ed è causato da una reazione autoimmune, in cui il sistema immunitario del nostro corpo attacca le cellule del pancreas, interrompendo la produzione di insulina. Le maggiori vittime sono i bambini, che vengono compite più facilmente proprio nel momento dell’infanzia.
Il diabete di tipo 2, invece, collegato all’obesità e all’invecchiamento, potrebbe non avere sintomi precoci, ma presenta comunque un’incidenza significativa, causata da cambiamenti nella dieta, diminuzione dell’esercizio fisico, o patologie ad esso connesse.
È, quella diabetica, un’epidemia silenziosa, che colpisce potenzialmente tutte le persone, indipendentemente dalle loro abitudini: nella sola provincia di Bologna il 2020 si chiude con ben 32 esordi, colpendo bambini e bambine.
Agli oltre 460 milioni di diabetici, nei paesi a medio e basso reddito si stanno registrando i maggiori aumenti. Si calcola, infatti, che proseguendo con questa tendenza di crescita entro il 2045 oltre 700 milioni di persone ne soffriranno.
Alla luce di questi preoccupanti dati, è necessario agire immediatamente per poter contenere la diffusione di questa patologia: nel contesto pandemico da COVID-19, un aumento di patologie quali quella del diabete significa esporre migliaia di persone, e soprattutto bambini, alla fragilità e al rischio di contagio e trasmissione.
Consapevoli di questo, chiediamo, come associazione che si dedica al benessere e alla tutela di tutti i pazienti diabetici, attuali e futuri, di investire sulla ricerca e sulle risorse umane quali medici, psicologi, dietisti ed infermieri: persone, cioè, in grado di affrontare la crisi in atto, attraverso la cura e l’assistenza in remoto e in presenza, nonché attraverso un dialogo a tutto campo.
Dobbiamo essere in grado di fermare questa diffusione della patologia diabetica attraverso un’analisi approfondita dei dati, il confronto fra Regioni e strutture sanitarie e un investimento concreto, di cui rendere conto non solo alle Istituzioni e ai cittadini, ma anche a tutte le persone che potenzialmente verranno a contatto con questa malattia.
Sappiamo già quali sono i rischi, ma insieme possiamo ancora prevenirli e, parzialmente, fermarli. Facciamolo adesso. Insieme.
AGD Bologna