Cup of hot tea and tea leaf on the wooden table and the tea plantations background

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Proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e immunomodulatorie del tè: l’impatto positivo del consumo di tè sui pazienti con diabete autoimmune.

I marcatori fisiologici del diabete autoimmune comprendono disordini funzionali del sistema antiossidante, infiammazione progressiva e presenza di autoanticorpi. Anche se le persone con diabete di tipo 1 mostrano predisposizioni genetiche che facilitano l’insorgenza della malattia, si ritiene che i fattori dietetici possano stimolare l’inizio e la progressione della malattia. 

Questo articolo analizza la possibilità di utilizzare il tè come elemento di dietoterapia nel trattamento del diabete di tipo 1. Sulla base delle informazioni disponibili nella letteratura degli ultimi 10 anni, è stato analizzato l’impatto del consumo regolare di tè o di integratori dietetici contenenti polifenoli del tè sullo stato ossidativo e sulla risposta infiammatoria e autoimmune dell’organismo.Studi condotti su animali da laboratorio, pazienti umani e in vitro hanno rivelato effetti positivi del consumo di tè o polifenoli da essi isolati sull’organismo diabetico. 

Pochi rapporti disponibili in letteratura riguardano l’impatto del tè sugli organismi affetti da diabete di tipo 1 poiché la maggior parte (oltre l’85%) si è concentrata sui casi di diabete di tipo 2. Si è concluso che introducendo il tè nella dieta è possibile alleviare alcune delle conseguenze dello stress ossidativo e dell’infiammazione, limitando così il loro impatto distruttivo sugli organismi dei pazienti, migliorando di conseguenza la loro qualità di vita, indipendentemente dal tipo di diabete.

Inoltre, l’eliminazione dell’infiammazione dovrebbe ridurre l’incidenza della risposta immunitaria. Si dovrebbe considerare una promozione più diffusa del consumo di tè da parte di soggetti geneticamente predisposti al diabete, soprattutto in considerazione del basso prezzo della bevanda, della facile reperibilità, dei benefici complessivi per la salute umana e, soprattutto, del fatto che può essere tranquillamente utilizzata per lunghi periodi di tempo, indipendentemente dall’età del paziente.

Uno studio curato dall’Istituto di nutrizione animale e bromatologia, Università di scienze della vita a Lublino, Polonia.

Pubblicato il 7 novembre 2021 sulla rivista per medici Nutrients

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