Quando la tecnologia aiuta a stare nella gamma con il diabete e la glicemia
Dato l’incerto divenire, nel breve termine, per la continuità assistenziale e gli accertamenti sanitari dei malati cronici, quindi anche per quanti hanno, come me, il diabete tipo 1, lo scorso giovedì 30 dicembre 2021 ho effettuato una batteria di esami del sangue richiesti per la visita reumatologica (che effettuerò a breve) e con l’occasione al suo interno era presente anche l’HbA1C, emoglobina glicata, dato anche la distanza temporale di un mese che mi separa dalla prima visita di controllo per il diabete del 2022.
Venendo al dunque l’esito dell’HbA1c è stabile rispetto al precedente di 4 mesi fa: 47!
La congiuntura favorevole è dettata da un insieme di fattori che hanno prodotto ancora una volta un risultato ottimale e in via continuativa, cosa non di poco conto dato anche il periodo delle feste e tutto quello che ne consegue rispetto alla sfida sempre presente di mantenere il diabete ben compensato sotto il profilo metabolico.
Come ho scritto nell’ultimo report, al di là del dato migliore di sempre per quanto riguarda il mio diabete in termini di stabilità glicemica, gli “ingredienti” che hanno prodotto tale risultato sono stati e sono: il costante aggiornamento multiplo giornaliero del conteggio dei carboidrati ed altri nutrienti, con una impostazione dietetica a basso contenuto di glucidi, un calcolo del rapporto insulina/carboidrati e del fattore di sensibilità insulinica variabile (nel mio caso su tre fasce temporali), analisi dei dati, e tutto questo con il supporto fondamentale del sistema ibrido Medtronic Minimed 780G con CGM guardian e SMARTGUARD.
Certo non basta la tecnologia da sola, ma occorre anche un buon livello di maturità e consapevolezza d’insieme nel gestire tutta questa roba, e la mia età anagrafica in parte gioca a favore, perché la strumentazione di cui sopra è non solo invasiva e sempre addosso ma ti sta pure addosso tra allarmi e avvisi di varia natura, e un’anima giovane o poco propensa a tali condizioni è facile ad irritarsi e dismettere tutto l’ambaradan.
In sintesi e per concludere desidero ricordare due elementi di cui ogni diabetico tipo 1 deve, prima o poi prendere coscienza e consapevolezza: al di là delle promesse e chiacchere su educazione, supporto o altro uno deve imparare ad arrangiarsi al meglio perché i fatti stanno così in ogni ambito della vita.
Ad oggi la tecnologia d’infusione, un trial che continua da cinquant’anni a questa parte e va ancora avanti dato che i diabetologi su tipo 1 puntano tutto su questa modalità che ha un distinguo: non è per tutti non solo per via dei costi, ma perché non sta bene a tutti, non solo per una questione di sopportazione e supporto, ma in quanto si rivolge fondamentalmente alle seguenti fasce di popolazione diabetica tipo 1: età pediatrica, donne in gravidanza, chi ha una attività fisico/sportiva molto intensa e quanti non avvertono l’ipoglicemia e relative conseguenze fisiche.
Detto fatto rinnovo a voi tutti l’augurio di un buon anno 2022!