Uno studio olandese rivela che i cronotipi tardivi hanno un rischio del 46% più alto di sviluppare il diabete di tipo 2, indipendentemente dallo stile di vita. La chiave? Il disallineamento circadiano e l’accumulo di grasso corporeo.
Nottambuli e rischio di diabete di tipo 2: un legame oltre lo stile di vita
Chi preferisce andare a letto tardi potrebbe correre un rischio maggiore di sviluppare il diabete di tipo 2. Questo è quanto emerge da uno studio olandese presentato al convegno dell’Associazione europea per lo studio del diabete (EASD), tenutosi a Madrid nel settembre 2024. Secondo i ricercatori, il cronotipo tardivo – termine utilizzato per descrivere coloro che tendono a restare svegli fino a tarda notte e a svegliarsi più tardi – ha un rischio di diabete del 46% più alto rispetto a chi ha un ciclo sonno-veglia più regolare.
Lo studio, condotto su oltre 5.000 persone nell’ambito dello Studio epidemiologico olandese sull’obesità, ha messo in luce una relazione significativa tra il cronotipo tardivo e una maggiore predisposizione a disturbi metabolici, indipendentemente dalle abitudini di vita non salutari tipicamente associate a questi soggetti.
Il legame tra cronotipo e salute metabolica
Tradizionalmente, si è ritenuto che uno stile di vita non sano, come il fumo, una dieta poco equilibrata e una scarsa attività fisica, fosse la causa principale del maggior rischio di diabete nei nottambuli. Tuttavia, il Dr. Jeroen van der Velde, principale autore dello studio e ricercatore presso il Leiden University Medical Centre, suggerisce che questa spiegazione non sia sufficiente. Secondo van der Velde, oltre agli aspetti legati allo stile di vita, il disallineamento tra il ritmo circadiano – il nostro “orologio biologico” – e gli impegni sociali e lavorativi della società moderna gioca un ruolo fondamentale.
Questo disallineamento circadiano potrebbe portare a una serie di conseguenze metaboliche che culminano nel diabete di tipo 2. “Il nostro studio indica che il cronotipo tardivo è associato non solo a un indice di massa corporea (BMI) più elevato, ma anche a una distribuzione del grasso corporeo più sfavorevole, con un aumento del grasso viscerale e del grasso epatico”, spiega van der Velde.
I dati dello studio: come il cronotipo influisce sul corpo
L’analisi ha coinvolto individui di età media di 56 anni, con un BMI medio di 30 kg/m², il che indica una popolazione già sovrappeso o obesa. I partecipanti sono stati divisi in tre gruppi in base al loro cronotipo: precoce, intermedio e tardivo. Misurazioni precise del BMI, della circonferenza vita e del grasso corporeo, inclusi il grasso viscerale (localizzato attorno agli organi) e il grasso epatico (grasso nel fegato), sono state effettuate utilizzando tecniche avanzate come la risonanza magnetica (MRI) e la spettroscopia MR.
I risultati sono chiari: coloro che preferiscono andare a letto più tardi non solo hanno un BMI più alto di 0,7 kg/m² rispetto ai cronotipi intermedi, ma presentano anche una circonferenza della vita più larga di quasi 2 cm, un aumento del grasso viscerale di 7 cm² e un contenuto di grasso epatico più alto del 14%.
Inoltre, i partecipanti sono stati monitorati per un periodo medio di 6,6 anni, durante i quali è stato diagnosticato il diabete di tipo 2 a 225 di loro. Dopo aver preso in considerazione vari fattori come età, sesso, livello di istruzione, attività fisica e alimentazione, i ricercatori hanno scoperto che i nottambuli hanno un rischio di sviluppare il diabete di tipo 2 superiore del 46% rispetto ai cronotipi intermedi.
Non solo lo stile di vita: i meccanismi nascosti
La scoperta più sorprendente dello studio è che lo stile di vita non sembra essere l’unica spiegazione per l’aumento del rischio di diabete. Il disallineamento circadiano, cioè la mancanza di sincronizzazione tra l’orologio biologico interno e il ciclo giorno-notte, potrebbe rappresentare un fattore cruciale.
Van der Velde afferma che i cronotipi tardivi sono spesso costretti a seguire orari lavorativi e sociali non allineati con le loro preferenze biologiche, portando a una cronica mancanza di sonno e a un’infiammazione sistemica del metabolismo. Questo squilibrio potrebbe spiegare perché, anche tra i soggetti con uno stile di vita sano, il rischio di diabete rimane elevato per chi si definisce “nottambulo”.
Verso nuove soluzioni: migliorare la salute metabolica dei nottambuli
Un altro aspetto cruciale emerso dallo studio è la necessità di interventi personalizzati per i cronotipi tardivi. “Il passo successivo è capire se modificare le abitudini di vita in base al proprio cronotipo possa migliorare la salute metabolica”, spiega van der Velde. Il consorzio TIMED 1, di cui lo studioso fa parte, si occupa proprio di studiare l’interazione tra sonno, alimentazione e attività fisica, alla ricerca di strategie che possano ridurre il rischio di diabete.
Una possibile soluzione? Modificare l’orario dei pasti. “I nottambuli tendono a mangiare fino a tarda sera”, continua il dottore, “e ci sono sempre più prove che una restrizione temporale dell’alimentazione, come evitare pasti dopo le 18:00, potrebbe avere effetti positivi sul metabolismo.”
Conclusione: una nuova prospettiva sul rischio di diabete
Le nuove scoperte sul rapporto tra cronotipo e diabete di tipo 2 offrono una prospettiva innovativa su come fattori biologici possano influenzare la nostra salute in modi che vanno oltre le abitudini quotidiane. Se da un lato lo stile di vita resta un fattore determinante, dall’altro emerge chiaramente che il cronotipo può incidere profondamente sui nostri processi metabolici.
Per chi è preoccupato per la propria salute, il consiglio degli esperti è di prestare attenzione non solo a cosa si mangia o a quanto ci si muove, ma anche al quando: sincronizzare il proprio orologio biologico con il ritmo della vita quotidiana potrebbe essere la chiave per mantenere sotto controllo il rischio di diabete e altre malattie metaboliche.