Uno studio su larga scala dimostra che concentrare l’esercizio fisico in uno o due giorni della settimana, il cosiddetto “guerriero del weekend”, riduce il rischio di sviluppare oltre 200 malattie, inclusi disturbi cardiometabolici e mentali.
Il ritmo frenetico della vita moderna, tra impegni di lavoro e responsabilità quotidiane, spesso rende difficile trovare tempo per allenarsi regolarmente. Molte persone, infatti, scelgono di concentrare l’attività fisica in uno o due giorni della settimana, soprattutto nel weekend, sperando di ottenere comunque i benefici raccomandati per la salute. Questo modello di allenamento, comunemente noto come “guerriero del weekend”, è stato spesso criticato rispetto a una distribuzione più uniforme dell’esercizio lungo la settimana. Tuttavia, uno studio recente condotto dai ricercatori del Massachusetts General Hospital offre nuove e incoraggianti prospettive per chi adotta questa modalità di allenamento.
Lo studio del Massachusetts General Hospital
Lo studio, pubblicato su Circulation, ha coinvolto un campione di 89.573 individui partecipanti al progetto UK Biobank. I ricercatori, guidati dai dottori Shaan Khurshid e Patrick Ellinor, hanno utilizzato accelerometri da polso per monitorare l’attività fisica dei partecipanti nell’arco di una settimana. L’obiettivo era valutare l’effetto dell’attività fisica del “guerriero del weekend” sulla salute a lungo termine rispetto all’esercizio distribuito in modo regolare e all’inattività.
I partecipanti sono stati suddivisi in tre categorie: guerrieri del fine settimana (coloro che concentravano l’esercizio in uno o due giorni), coloro che svolgevano attività fisica regolare durante la settimana e i soggetti inattivi. Lo studio ha analizzato 678 condizioni cliniche in 16 tipi di malattie, incluse patologie cardiometaboliche, mentali, digestive e neurologiche.
I risultati: il “guerriero del weekend” funziona
I risultati dello studio sono sorprendenti. Entrambi i modelli di esercizio – sia quello distribuito che quello concentrato – sono stati associati a una significativa riduzione del rischio di sviluppare oltre 200 malattie rispetto all’inattività. Le condizioni cardiometaboliche, come l’ipertensione e il diabete, hanno mostrato una riduzione particolarmente marcata. Nel dettaglio, i guerrieri del weekend hanno sperimentato un rischio inferiore del 23% di sviluppare ipertensione e del 43% di sviluppare il diabete. Questi risultati sono comparabili a quelli delle persone che si allenavano regolarmente, che hanno registrato una riduzione del rischio rispettivamente del 28% e del 46%.
Ma l’effetto protettivo non si limita alle malattie cardiometaboliche. I ricercatori hanno osservato benefici anche per disturbi digestivi, neurologici e della salute mentale, suggerendo che l’attività fisica, indipendentemente dal modello, può agire come una protezione a tutto campo per la salute.
Le linee guida sull’attività fisica
Le attuali linee guida internazionali raccomandano almeno 150 minuti di attività fisica moderata-vigorosa ogni settimana per mantenere una buona salute. Tuttavia, lo studio del Massachusetts General Hospital suggerisce che non è necessario distribuire questi minuti in sessioni quotidiane più brevi per ottenere benefici significativi. “Sembra che sia il volume totale di attività a contare di più, piuttosto che il modello”, spiega Shaan Khurshid, uno degli autori dello studio. “I nostri risultati indicano che l’attività fisica del guerriero del fine settimana è altrettanto benefica quanto quella regolare, aprendo nuove opportunità per migliorare la salute pubblica”.
Questi risultati sono particolarmente rilevanti per chi, a causa di impegni lavorativi o familiari, trova difficile allenarsi tutti i giorni. Concentrando l’esercizio fisico nel weekend, è comunque possibile ridurre il rischio di una vasta gamma di malattie, dimostrando che anche un approccio meno convenzionale all’attività fisica può essere efficace.
Le implicazioni per la salute pubblica
L’importanza di questi risultati va oltre il singolo individuo. In un’epoca in cui le malattie croniche rappresentano una delle principali sfide per i sistemi sanitari di tutto il mondo, capire come promuovere l’attività fisica su larga scala è essenziale. Se anche coloro che non possono allenarsi quotidianamente possono comunque beneficiare dell’esercizio fisico, i programmi di prevenzione delle malattie potrebbero essere resi più flessibili e inclusivi.
“I pazienti dovrebbero essere incoraggiati a impegnarsi in attività fisica conforme alle linee guida utilizzando qualsiasi modello che possa funzionare meglio per loro”, afferma Khurshid. La possibilità di adattare l’esercizio fisico ai propri impegni personali senza sacrificare i benefici per la salute potrebbe incoraggiare più persone a fare movimento, migliorando il benessere generale della popolazione.
Prospettive future
Lo studio suggerisce anche la necessità di ulteriori ricerche per esplorare appieno i benefici dell’esercizio concentrato rispetto a quello distribuito. Sono necessari interventi mirati che testino l’efficacia dell’attività fisica del “guerriero del weekend” su larga scala, soprattutto in popolazioni a rischio, per confermare e ampliare questi risultati.
La ricerca apre anche nuove possibilità per sviluppare strategie di promozione della salute che siano più personalizzate e adatte ai diversi stili di vita. In un mondo in cui il tempo è una risorsa preziosa, sapere che l’esercizio fisico può essere efficace anche se concentrato nel weekend offre un sollievo a molti, senza compromettere la salute a lungo termine.
Ulteriori informazioni: Associazioni dell’attività fisica del “Weekend Warrior” con malattie incidenti e salute cardiometabolica, Circulation (2024). DOI: 10.1161/CIRCULATIONAHA.124.068669
L’attività fisica rimane uno dei pilastri fondamentali della prevenzione delle malattie croniche. Che tu sia un “guerriero del weekend” o un atleta regolare, l’importante è mantenersi attivi. I benefici per la salute, come dimostrato dallo studio del Massachusetts General Hospital, sono innegabili e diffusi su una vasta gamma di condizioni, migliorando la qualità della vita e riducendo il rischio di sviluppare malattie future.