I primi risultati dello studio condotto dall’UChicago Medicine mostrano l’indipendenza dall’insulina nei pazienti sottoposti a un regime di immunosoppressione con l’anticorpo anti-CD40L sperimentale, senza l’uso di tacrolimus.
Eledon Pharmaceuticals ha recentemente annunciato dati iniziali positivi da uno studio clinico che utilizza il farmaco sperimentale tegoprubart in pazienti affetti da diabete di tipo 1 (T1D). L’obiettivo dello studio, avviato presso l’UChicago Medicine Transplantation Institute, è valutare l’efficacia di un nuovo regime di immunosoppressione che include tegoprubart, un anticorpo monoclonale anti-CD40L, per prevenire il rigetto del trapianto di isolotti pancreatici. I risultati preliminari mostrano progressi significativi nella gestione della malattia, con due pazienti su tre che hanno raggiunto l’indipendenza dall’insulina e mantenuto un controllo glicemico normale.
La svolta nel trattamento del T1D: il trapianto di isolotti
Il trapianto di isolotti pancreatici rappresenta una procedura innovativa che potrebbe rivoluzionare il trattamento del diabete di tipo 1. Le isole pancreatiche contengono cellule beta che producono insulina, l’ormone essenziale per il controllo dei livelli di glucosio nel sangue. Nel corso della procedura, queste isole vengono estratte dal pancreas di un donatore e infuse nel fegato del ricevente, dove si annidano nei vasi sanguigni per iniziare la produzione di insulina. Tuttavia, uno dei principali ostacoli al successo di questa terapia è la prevenzione del rigetto immunitario, che richiede un trattamento immunosoppressivo cronico.
Fino ad oggi, la terapia standard prevedeva l’uso di tacrolimus, un potente immunosoppressore che, pur efficace, è associato a effetti collaterali significativi, come tossicità per reni e sistema nervoso centrale, e rischi aumentati di diabete e ipertensione. Il nuovo regime basato su tegoprubart, studiato dal team dell’UChicago Medicine, si propone come un’alternativa potenzialmente meno tossica e più efficace.
Tegoprubart: un anticorpo monoclonale anti-CD40L
Tegoprubart è un anticorpo sperimentale sviluppato da Eledon Pharmaceuticals, progettato per inibire la via CD40/CD40L, cruciale nella risposta immunitaria del corpo. Bloccando questa interazione, il farmaco aiuta a prevenire il rigetto del trapianto senza gli effetti collaterali associati a farmaci come il tacrolimus. In questo studio, i pazienti hanno ricevuto un regime immunosoppressivo che includeva tegoprubart, somministrato tramite infusione endovenosa ogni tre settimane.
I risultati dello studio: indipendenza dall’insulina e miglioramento del controllo glicemico
I primi dati raccolti sui tre pazienti sottoposti al trapianto di isolotti mostrano risultati incoraggianti. I primi due soggetti hanno raggiunto l’indipendenza dall’insulina e mantengono un controllo ottimale della glicemia, con valori di emoglobina glicata (HbA1c) nella norma. La terza persona, recentemente trapiantata, ha già ridotto del 60% il fabbisogno insulinico e sta seguendo un percorso verso l’indipendenza dall’insulina.
Un altro dato significativo riguarda l’attecchimento delle isole pancreatiche, che nei primi due pazienti è stato da tre a cinque volte superiore rispetto a quello osservato in soggetti trattati con il regime standard basato su tacrolimus. Questo suggerisce che tegoprubart possa essere meno tossico per le cellule beta trapiantate, contribuendo a una maggiore sopravvivenza e funzionalità dell’innesto.
Un profilo di sicurezza promettente
Un altro punto a favore del trattamento con tegoprubart è il profilo di sicurezza dimostrato finora. Tutti i soggetti coinvolti nello studio hanno tollerato bene il trattamento, senza episodi di rigetto del trapianto o eventi avversi gravi. Non sono stati rilevati episodi ipoglicemici, un rischio comune nelle terapie di immunosoppressione tradizionali.
Le implicazioni per il futuro del trattamento del T1D
La ricerca condotta dall’UChicago Medicine, finanziata da Breakthrough T1D e The Cure Alliance, rappresenta un passo avanti nella ricerca di terapie funzionali per il diabete di tipo 1. Il direttore del programma di trapianto di pancreas e isolotti presso l’UChicago Medicine, il dottor Piotr Witkowski, ha sottolineato l’importanza di questi risultati, evidenziando come il tegoprubart potrebbe rappresentare una svolta nel trattamento immunosoppressivo, riducendo i rischi associati ai farmaci tradizionali.
David-Alexandre C. Gros, amministratore delegato di Eledon, ha commentato con entusiasmo i risultati, affermando che il successo del tegoprubart nelle procedure di trapianto di isolotti segue le promettenti applicazioni del farmaco in allotrapianti renali e xenotrapianti di cuore e rene.
Verso una cura funzionale per il diabete di tipo 1
Il trapianto di isolotti pancreatici potrebbe rappresentare una cura funzionale per il diabete di tipo 1, permettendo ai pazienti di produrre insulina autonomamente e liberandoli dalla dipendenza quotidiana dalle iniezioni di insulina. Tuttavia, la sfida rimane quella di sviluppare terapie immunosoppressive che proteggano le cellule trapiantate senza compromettere la salute dei pazienti. I risultati dello studio con tegoprubart suggeriscono che questa potrebbe essere la strada giusta da percorrere.
Sanjoy Dutta, Chief Scientific Officer di Breakthrough T1D, ha dichiarato che i risultati di questo studio rappresentano un importante passo verso la disponibilità di terapie di sostituzione delle isole per una vasta gamma di pazienti affetti da T1D. La possibilità di utilizzare un regime immunosoppressivo tollerabile e privo di tacrolimus potrebbe rendere queste terapie accessibili a un numero maggiore di pazienti.
Conclusione
I risultati iniziali dello studio condotto dall’UChicago Medicine, in collaborazione con Eledon Pharmaceuticals, rappresentano una svolta nella ricerca sul trapianto di isolotti per il trattamento del diabete di tipo 1. Grazie all’utilizzo di tegoprubart, i pazienti potrebbero presto beneficiare di una nuova opzione terapeutica che li liberi dall’insulina, migliorando allo stesso tempo la loro qualità di vita. I dati definitivi e gli studi futuri saranno cruciali per confermare questi risultati e per definire il ruolo di tegoprubart nel futuro della cura del diabete.