Uno studio condotto presso l’Università Federale di San Paolo dimostra che la luce infrarossa monocromatica combinata con la terapia fisica può migliorare la qualità della vita dei pazienti diabetici riducendo il dolore e migliorando il sonno.
La neuropatia diabetica periferica è una delle complicanze più debilitanti e frequenti del diabete. Questo danno ai nervi, spesso causato da una gestione inadeguata della glicemia e dalla durata della malattia, compromette in modo significativo la qualità della vita dei pazienti, manifestandosi attraverso sintomi dolorosi come bruciore, formicolio e intorpidimento, soprattutto durante il riposo. Un recente studio condotto dall’Università Federale di San Paolo (UNIFESP) in Brasile ha portato alla luce un’alternativa terapeutica innovativa: la luce infrarossa monocromatica, combinata con la terapia fisica convenzionale, si è rivelata efficace nel ridurre il dolore associato alla neuropatia diabetica.
Una ricerca pionieristica e innovativa
La ricerca, pubblicata sulla rivista Pain Management Nursing e sostenuta da FAPESP, ha coinvolto 144 pazienti diabetici con neuropatia periferica. I partecipanti sono stati suddivisi in due gruppi: uno ha ricevuto la terapia a luce infrarossa a 890 nanometri associata a terapie fisiche come elettroterapia e kinesiterapia (un trattamento basato su movimenti muscolari passivi e attivi); l’altro gruppo ha ricevuto la stessa terapia fisica, ma senza la luce infrarossa. Entrambi i gruppi sono stati sottoposti a 18 sedute di trattamento e seguiti per un periodo di dieci settimane.
Secondo la dottoressa Denise Miyuki Kusahara, specialista infermieristica pediatrica e autrice dello studio, i risultati dimostrano un miglioramento significativo del dolore e della qualità del sonno nei pazienti trattati con luce infrarossa. “I sintomi tendono a intensificarsi quando il paziente è a riposo, peggiorando la sua qualità di vita. Con questo trattamento, abbiamo osservato che sia il dolore che la qualità del sonno sono migliorati notevolmente, in particolare per chi soffre di dolore intenso”, ha affermato Kusahara.
La luce infrarossa come alternativa non farmacologica
Il trattamento farmacologico per la neuropatia diabetica è spesso accompagnato da effetti collaterali sgraditi, come secchezza delle fauci, ipotensione posturale e ritenzione urinaria. In questo contesto, la terapia a luce infrarossa monocromatica rappresenta un’opzione non invasiva e priva di effetti collaterali significativi, in grado di ridurre il dolore neuropatico e migliorare il benessere complessivo dei pazienti diabetici.
Questa tecnologia si basa sul principio della fotobiomodulazione, che prevede l’utilizzo della luce per stimolare processi biologici naturali all’interno dei tessuti. La luce a 890 nm è in grado di penetrare nella pelle e nei tessuti, promuovendo la rigenerazione cellulare e migliorando il flusso sanguigno, il che contribuisce a ridurre l’infiammazione e a favorire il rilassamento muscolare.
Come funziona il trattamento
Il protocollo seguito dallo studio prevede l’applicazione della luce infrarossa su aree specifiche del corpo, con durata e intensità regolabili a seconda delle esigenze del paziente. Le sedute sono state eseguite presso cliniche pubbliche di São João da Boa Vista, e i pazienti sono stati sottoposti a controlli ogni dieci settimane per valutare l’andamento del dolore e altri eventuali effetti collaterali.
Le valutazioni del dolore sono state condotte utilizzando strumenti e scale validate, che hanno permesso di quantificare i cambiamenti nella percezione del dolore nel tempo. Già a 30 giorni e sei settimane dal termine dell’intervento, i ricercatori hanno osservato un miglioramento nel livello di dolore e una maggiore qualità del sonno nei pazienti che avevano ricevuto la terapia a luce infrarossa rispetto al gruppo di controllo.
Applicazioni cliniche e prospettive future
I risultati dello studio aprono nuove prospettive per l’utilizzo della terapia a luce infrarossa in ambito clinico. Questa tecnologia, semplice e relativamente accessibile, può essere applicata non solo nei reparti di assistenza specializzati, ma anche nei centri di cura primaria e ambulatoriali. Tuttavia, per garantire risultati efficaci e sicuri, è essenziale che i professionisti sanitari siano adeguatamente formati nell’uso della luce infrarossa a 890 nm, così da configurare correttamente l’attrezzatura e applicare il trattamento secondo protocolli specifici.
La dottoressa Kusahara ha sottolineato l’importanza di un monitoraggio attento e costante per identificare tempestivamente eventuali effetti collaterali e garantire che i pazienti ottengano i migliori benefici dal trattamento. “L’aderenza ai protocolli e un monitoraggio attento sono essenziali per garantire che gli effetti attesi siano ottenuti in modo sicuro”, ha dichiarato la specialista.
Un nuovo approccio terapeutico per migliorare la qualità della vita
La neuropatia diabetica periferica è una condizione cronica che influisce gravemente sulla vita quotidiana dei pazienti, e molte delle opzioni terapeutiche disponibili non sono sempre efficaci o prive di effetti collaterali indesiderati. La terapia a luce infrarossa, combinata con interventi fisici mirati, offre un’alternativa promettente per coloro che cercano sollievo dal dolore neuropatico senza dover ricorrere a trattamenti farmacologici intensivi.
Questo approccio innovativo alla gestione del dolore potrebbe rivoluzionare il trattamento della neuropatia diabetica, offrendo ai pazienti la possibilità di una vita più confortevole e meno limitata dal dolore cronico. Lo studio dell’UNIFESP rappresenta un passo avanti importante nella ricerca di terapie complementari che migliorano la qualità della vita e riducono il peso delle complicanze del diabete.
In conclusione, la terapia a luce infrarossa monocromatica, se applicata correttamente e sotto la supervisione di professionisti qualificati, potrebbe diventare un’opzione standard nei protocolli di trattamento della neuropatia diabetica periferica. Questo approccio non solo allevia il dolore, ma migliora anche il sonno e, di conseguenza, la qualità di vita complessiva dei pazienti, dimostrando ancora una volta l’importanza di soluzioni terapeutiche innovative e mirate per gestire le complicanze del diabete.