Grazie a una sovvenzione dei National Institutes of Health, la Keck School of Medicine dell’USC lancia un progetto multicentrico per comprendere come il diabete di tipo 1 influenzi lo sviluppo cognitivo nei bambini.


L’USC lancia uno studio su larga scala per indagare l’impatto del diabete di tipo 1 sullo sviluppo del cervello nei bambini

Grazie a un finanziamento di 2,7 milioni di dollari dai National Institutes of Health (NIH), la Keck School of Medicine dell’Università della California del Sud (USC) ha avviato un ambizioso studio multicentrico per indagare come il diabete di tipo 1 influenzi il cervello in via di sviluppo nei bambini. Lo studio quinquennale, uno dei primi del suo genere, mira a raccogliere dati cruciali che possano guidare nuove strategie di trattamento e gestione del diabete giovanile, con un’attenzione particolare ai fattori che possono contribuire a complicazioni neurocognitive a lungo termine.

Secondo Kathleen Alanna Page, MD, professore associato di medicina alla Keck School e ricercatrice principale del progetto, circa il 50% degli adulti affetti da diabete di tipo 1 mostra deterioramento cognitivo, incluse difficoltà con la memoria di lavoro e la funzione esecutiva, ma i dati sui bambini sono ancora limitati. Questo periodo dell’infanzia è critico per lo sviluppo cerebrale e il diabete di tipo 1, con le sue continue fluttuazioni dei livelli di glucosio, potrebbe avere un impatto significativo. “Quello che vogliamo davvero capire è: quali fattori influenzano il rischio di complicazioni cerebrali nei bambini con diagnosi recente di diabete di tipo 1?”, afferma Page.

Un ampio studio multicentrico su bambini con diagnosi recente di diabete

L’elemento centrale dello studio è il suo approccio longitudinale e multicentrico, con 12 centri di ricerca sparsi negli Stati Uniti che collaborano per raccogliere un ampio campione di oltre 1.000 bambini di diversa provenienza etnica, sociale e geografica. L’obiettivo è esaminare in dettaglio i fattori ambientali, clinici, sociali e legati allo stile di vita che possono influenzare lo sviluppo del cervello in questa fascia di età vulnerabile.

La Keck School of Medicine guida questo sforzo, in collaborazione con istituzioni prestigiose come l’Università del Minnesota, la Washington University di St. Louis, l’Università della Carolina del Nord a Chapel Hill, e molti altri. Questa collaborazione senza precedenti rappresenta un’opportunità per raccogliere dati diversificati e complessi, mai analizzati prima d’ora su una scala così vasta.

Il campione eterogeneo, che includerà bambini di diverse etnie e fasce di reddito, offre una panoramica rappresentativa della popolazione statunitense, cercando di colmare una lacuna nelle ricerche precedenti, spesso focalizzate su popolazioni meno diverse. “Vogliamo che queste scoperte possano essere tradotte in interventi utili per il maggior numero possibile di bambini”, spiega Page.

Innovazioni tecnologiche per un monitoraggio avanzato

La rivoluzione tecnologica nel campo della gestione del diabete ha fornito nuovi strumenti essenziali per questo studio. Pompe per insulina di ultima generazione e monitor continui del glucosio (CGM) verranno utilizzati per fornire dati in tempo reale sui livelli di glucosio nei bambini. Questi dispositivi tracciano non solo le variazioni giornaliere, ma anche i tempi trascorsi in stati di “glucosio alto” o “glucosio basso”, informazioni cruciali per comprendere il loro impatto sullo sviluppo cerebrale.

“La combinazione dei dati sul glucosio con le informazioni sulla salute del cervello ci permetterà di raffinare le linee guida cliniche e di determinare quanto debbano essere rigorosi i target glicemici per proteggere il cervello”, sottolinea Page. Lo studio si propone di rispondere a domande chiave: episodi frequenti di ipoglicemia o iperglicemia hanno un impatto maggiore sul cervello? E le necessità di gestione del glucosio sono diverse nei bambini rispetto agli adulti?

A supporto di queste tecnologie avanzate, i ricercatori utilizzeranno anche la risonanza magnetica funzionale (fMRI), un metodo non invasivo per osservare la struttura, la funzione e lo sviluppo del cervello. La fMRI offre una visione senza precedenti delle alterazioni cerebrali, fornendo dati dettagliati per comprendere come il cervello dei bambini con diabete di tipo 1 possa essere influenzato a lungo termine.

Una finestra critica per lo sviluppo del cervello

L’infanzia è un momento di rapido sviluppo cerebrale, in cui il cervello è particolarmente sensibile a influenze esterne, tra cui i cambiamenti nei livelli di glucosio. Capire come queste variazioni influenzino la memoria, l’attenzione e il rendimento scolastico è fondamentale per prevedere eventuali complicazioni future. Lo studio raccoglierà dati comportamentali e neuropsicologici, monitorando aspetti come ansia e salute mentale.

“La possibilità di studiare il cervello durante questa finestra critica offre un’opportunità unica per comprendere i meccanismi di lungo termine del diabete di tipo 1”, afferma Page. I dati ottenuti dallo studio potrebbero avere implicazioni dirette per il miglioramento delle linee guida cliniche, portando a una gestione più efficace della condizione, e aiutando a prevenire problemi neurocognitivi nei bambini diabetici.

Il ruolo chiave della Keck School of Medicine e dei partner di ricerca

Con il suo team multidisciplinare e il supporto delle più avanzate tecnologie disponibili, la Keck School of Medicine si posiziona come leader nella ricerca sul diabete di tipo 1 nei bambini. Collaboratori come Jennifer Raymond, MD, dell’Endocrinologia Pediatrica del Children’s Hospital di Los Angeles, e Anny H. Xiang, PhD, del Kaiser Permanente Southern California, forniranno supporto cruciale nel coordinamento e nell’analisi dei dati.

La portata di questo progetto è senza precedenti e potrebbe trasformare il modo in cui il diabete di tipo 1 viene gestito, soprattutto durante l’infanzia. I risultati attesi dallo studio potrebbero contribuire a migliorare la qualità della vita di milioni di bambini affetti da questa condizione cronica, fornendo al contempo una guida preziosa per i medici nella gestione personalizzata del diabete di tipo 1.

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