Ricercatori identificano un potenziale bersaglio terapeutico per affrontare una grave complicanza del diabete, aprendo la strada a trattamenti innovativi.

La cardiomiopatia diabetica rappresenta una delle complicanze più insidiose e sottodiagnosticate del diabete, sia di tipo 1 che di tipo 2. Questa condizione, che compromette progressivamente la funzionalità cardiaca senza essere direttamente correlata all’ipertensione o ad altri disturbi cardiovascolari, è tra le principali cause di morte nei pazienti diabetici. Attualmente, non esistono trattamenti farmacologici specifici approvati per affrontare questa patologia. Tuttavia, uno studio pubblicato sulla rivista Pharmacological Research getta nuova luce su un possibile approccio terapeutico, individuando nel recettore nucleare PPAR?/? un potenziale bersaglio per lo sviluppo di farmaci innovativi.

PPAR?/?: una proteina chiave per la salute del cuore

Il recettore PPAR?/? è una proteina presente in tutte le cellule del corpo, con una concentrazione particolarmente elevata negli organi e tessuti ad alto metabolismo come il cuore, il fegato e il muscolo scheletrico. Questo recettore gioca un ruolo cruciale nel metabolismo dei lipidi e del glucosio, due elementi strettamente legati al diabete. Alterazioni di questi processi metabolici contribuiscono significativamente allo sviluppo della cardiomiopatia diabetica attraverso l’infiammazione, la fibrosi e la morte cellulare per apoptosi.

Secondo Manuel Vázquez-Carrera e Xavier Palomer, ricercatori della Facoltà di Farmacia e Scienze Alimentari dell’Università di Barcellona, l’attivazione del PPAR?/? potrebbe rappresentare una strategia efficace per rallentare i processi patologici alla base della malattia. “Molti dei geni regolati da PPAR?/? sono coinvolti nella regolazione dell’infiammazione e del rimodellamento tissutale, rendendo questa proteina un obiettivo promettente per il trattamento della cardiomiopatia diabetica”, sottolinea Vázquez-Carrera.

Il metabolismo cardiaco sotto stress

Nel contesto del diabete, la resistenza all’insulina nel cuore forza il miocardio a ricavare energia quasi esclusivamente dall’ossidazione degli acidi grassi. Questo processo provoca un accumulo tossico di lipidi, noto come lipotossicità, che aumenta la domanda di ossigeno da parte del cuore, generando stress metabolico. L’iperglicemia e la lipotossicità attivano fattori di trascrizione proinfiammatori e profibrotici, come NF-?B e AP-1, che contribuiscono al rimodellamento cardiaco, un fenomeno che compromette la capacità del cuore di rilassarsi e contrarsi efficacemente.

Inoltre, l’attivazione delle proteine chinasi MAPK (mitogen-activated protein kinase) accelera l’infiammazione e la fibrosi, aggravando ulteriormente la disfunzione contrattile e portando all’insufficienza cardiaca. Secondo Xavier Palomer, questi processi culminano in complicanze gravi come l’ipertrofia ventricolare sinistra e la cardiomiopatia dilatativa.

Come agisce PPAR?/??

Lo studio ha evidenziato che l’attivazione del recettore PPAR?/? nelle cellule cardiache umane coltivate in laboratorio riduce significativamente i segnali patologici associati alla cardiomiopatia diabetica. In particolare, questa proteina sembra inibire il percorso MAPK, attenuando l’infiammazione e la fibrosi. Ciò suggerisce che la modulazione del PPAR?/? potrebbe non solo migliorare la funzionalità cardiaca, ma anche proteggere altri organi da condizioni patologiche simili, come il fegato grasso o la fibrosi polmonare.

“L’inibizione delle proteine MAPK potrebbe rappresentare una svolta nel trattamento di diverse malattie croniche, non solo della cardiomiopatia diabetica”, osserva Vázquez-Carrera. Inoltre, l’effetto benefico di PPAR?/? sulla regolazione del metabolismo lipidico e glucidico potrebbe offrire un approccio sistemico per gestire molte complicanze del diabete.

Prospettive future per i pazienti diabetici

Un esempio concreto dell’interesse crescente verso gli agonisti selettivi di PPAR?/? è rappresentato dall’approvazione da parte della Food and Drug Administration (FDA) statunitense di seladelpar, un farmaco utilizzato per trattare la colangite biliare primitiva, una rara malattia epatica. Questo precedente suggerisce che lo sviluppo di farmaci simili per la cardiomiopatia diabetica potrebbe essere una possibilità concreta nel prossimo futuro.

“Con il crescente carico sanitario legato al diabete, le aziende farmaceutiche potrebbero essere sempre più incentivate a investire nella ricerca su farmaci innovativi come gli agonisti di PPAR?/?”, concludono i ricercatori.

Conclusioni

La cardiomiopatia diabetica è una sfida clinica complessa e poco affrontata, ma gli sviluppi scientifici sul ruolo del recettore PPAR?/? offrono nuove speranze. Sebbene siano necessari ulteriori studi clinici per tradurre questi risultati in terapie praticabili, le prospettive di migliorare la qualità della vita dei pazienti diabetici sono promettenti. La strada verso un trattamento efficace potrebbe passare attraverso la comprensione e la modulazione dei complessi meccanismi cellulari regolati da questa proteina, aprendo un nuovo capitolo nella lotta contro le complicanze del diabete.

Da sinistra a destra, gli esperti Siyuan Wu, Claudia Escalona, Jue-Rui Wang, Manel Vázquez-Carrera, Xavier Palomer e Adel Rostami.
Credito
UNIVERSITÀ DI BARCELLONA