Un sondaggio rivela il peso nascosto delle condizioni croniche tra i dipendenti statunitensi

? Riassunto: Un sondaggio della Harvard TH Chan School of Public Health e della de Beaumont Foundation rivela che il 76% dei lavoratori statunitensi con malattie croniche gestisce la propria condizione sul lavoro, spesso senza informare il datore di lavoro. Quali sono le soluzioni possibili?


Un problema diffuso, ma nascosto

Le patologie croniche, come ipertensione, malattie cardiache, diabete e asma, interessano più della metà (58%) dei lavoratori statunitensi. Tuttavia, la loro gestione sul posto di lavoro è spesso invisibile: il 76% dei dipendenti con queste condizioni deve occuparsene durante l’orario di lavoro, ma il 60% non informa il datore di lavoro.

Questo dato emerge da un sondaggio nazionale condotto dall’Harvard TH Chan School of Public Health in collaborazione con la de Beaumont Foundation, il quale evidenzia come molti lavoratori siano costretti a nascondere le proprie condizioni per paura di stigma o ripercussioni professionali.


Lavoro vs. Salute: una scelta obbligata

? 36% dei dipendenti con condizioni croniche ha saltato visite mediche o ritardato le cure per non interferire con il lavoro.
? 49% ritiene di non potersi prendere pause o giorni di malattia, anche se necessari per la propria salute.
? 33% ha perso opportunità di avanzamento o incarichi professionali a causa della propria condizione.

Questi dati mostrano chiaramente il conflitto tra esigenze lavorative e necessità di salute, un compromesso che mette a rischio non solo il benessere dei lavoratori, ma anche la loro produttività a lungo termine.


Lo stigma delle malattie croniche sul posto di lavoro

Non dichiarare una patologia cronica non è solo una questione di privacy, ma anche di paura: il 21% dei lavoratori ha ricevuto feedback negativi a causa della propria condizione di salute. Il timore di discriminazioni o di essere percepiti come meno produttivi porta molti dipendenti a soffrire in silenzio, senza richiedere il supporto necessario.

?? “I datori di lavoro potrebbero pensare di conoscere le esigenze dei propri dipendenti, ma i risultati del sondaggio suggeriscono che esistono sfide diffuse e spesso invisibili”, afferma Gillian SteelFisher, direttrice del sondaggio presso la Harvard Chan School.


Quando la gestione familiare incide sulla carriera

Un altro dato significativo riguarda chi si prende cura di un familiare con una malattia cronica:
? 33% dei lavoratori ha assistito un familiare nell’ultimo anno.
? 45% ha dovuto farlo durante l’orario lavorativo.
? 25% ha ridotto le proprie ore di lavoro per conciliare assistenza e professione.

Questa situazione aggrava ulteriormente il carico di stress e può portare a scelte difficili tra la carriera e il benessere della famiglia.


Cosa possono fare i datori di lavoro?

? Flessibilità oraria: adattare l’orario lavorativo ai bisogni di salute dei dipendenti.
? Congedi retribuiti: garantire la possibilità di assentarsi per cure o assistenza familiare senza perdere reddito.
? Politiche aziendali inclusive: ridurre lo stigma e creare un ambiente di lavoro più empatico e aperto al dialogo.
? Lavoro ibrido o da remoto: permettere ai lavoratori con condizioni croniche di gestire meglio il proprio benessere.

Attualmente, solo il 44% dei dipendenti dichiara che il proprio datore di lavoro supporta misure come le pause necessarie o i congedi retribuiti. Ancora meno (37%) affermano che la propria azienda favorisce orari flessibili.

? “I datori di lavoro hanno una grande opportunità per migliorare la salute e la produttività dei loro dipendenti”, afferma Brian Castrucci, CEO della de Beaumont Foundation.


Verso un ambiente lavorativo più inclusivo

I risultati del sondaggio sottolineano la necessità di ripensare il rapporto tra salute e lavoro. Creare un ambiente che supporti i dipendenti con patologie croniche non è solo una questione etica, ma anche una strategia aziendale vincente.

Solo attraverso politiche aziendali più inclusive e una maggiore consapevolezza si potrà garantire che nessun lavoratore debba scegliere tra il proprio impiego e la propria salute.


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