La Fondazione Italiana Diabete è l’unico partner italiano in un’alleanza internazionale per accelerare la ricerca sulla terapia con cellule staminali e isole pancreatiche. Un’occasione storica per cambiare la vita a milioni di persone.
In Europa sono 2,5 milioni le persone che ogni giorno convivono con il diabete di tipo 1, una malattia autoimmune che costringe a una dipendenza vitale dall’insulina. Ma all’orizzonte si apre uno spiraglio che sa di svolta storica. Un bando europeo da 18 milioni di euro è stato appena pubblicato per sostenere la ricerca sulle terapie cellulari, considerate la strada più promettente per arrivare a una cura definitiva del diabete tipo 1 (DT1).
A guidare l’iniziativa è l’Innovative Health Initiative (IHI), la più grande partnership pubblico-privata tra Unione Europea e industrie delle life sciences, che con la Call 11 stanzia in totale 120 milioni di euro per progetti ad alto impatto sanitario. Di questi, ben 18 milioni saranno destinati a un unico obiettivo: restituire al corpo la capacità naturale di produrre insulina, grazie a cellule staminali o isole pancreatiche.
Una vera alleanza globale che unisce il pubblico, il privato e il terzo settore. In prima linea, tra nomi illustri come Eli Lilly, Novo Nordisk, Breakthrough T1D e la spagnola Fundación Diabetes Cero, figura con orgoglio anche la Fondazione Italiana Diabete (FID) — unico partner italiano del progetto.
“La terapia con cellule beta rappresenta la frontiera più avanzata e promettente della ricerca per una cura funzionale del DT1”, afferma il dott. Federico Bertuzzi, membro del comitato scientifico di FID. “Ma servono fonti cellulari rinnovabili, protocolli standard, modelli di rimborso sostenibili, strumenti di monitoraggio affidabili. Questo bando agirà su tutti questi fronti”.
Un bando che guarda lontano
Il bando è aperto fino al 9 ottobre 2025 e invita i ricercatori di tutta Europa a creare consorzi e proporre progetti che accorcino la distanza tra laboratorio e clinica. L’obiettivo? Rendere la terapia cellulare una realtà accessibile per milioni di persone.
L’impegno economico è imponente: oltre 7 milioni di euro sono stati messi sul piatto da Breakthrough T1D, FID e Fundación Diabetes Cero, a cui si aggiungono quasi 9 milioni da parte di IHI.
Ma il valore più grande, forse, sta nell’unione delle forze.
“Per raggiungere un obiettivo tanto ambizioso quanto necessario, serve una vera alleanza tra scienza, istituzioni, aziende e le stesse persone con diabete”, sottolinea Nicola Zeni, presidente della Fondazione Italiana Diabete. “Siamo orgogliosi di rappresentare l’Italia in questa sfida trasformativa”.
La voce dei pazienti è al centro
A differenza di molti progetti scientifici dove la voce dei pazienti resta un’eco lontana, qui è al cuore dell’azione.
“La prospettiva delle persone con diabete è parte integrante della nostra strategia”, dichiara Francesca Ulivi, direttrice generale di FID. “Ci impegneremo per raccontare con chiarezza cosa significhi questa ricerca, promuovere il dialogo tra comunità e scienziati e portare le istanze dei pazienti ai tavoli decisionali europei”.
L’Italia c’è — e vuole contare
La Fondazione Italiana Diabete, da 15 anni attiva nel promuovere la ricerca per una cura al diabete tipo 1, avrà un ruolo cruciale. Oltre al sostegno economico, garantirà comunicazione, advocacy istituzionale e coinvolgimento attivo della comunità diabetica italiana ed europea.
Un segnale forte che ribadisce: l’Italia vuole contare nella corsa alla cura. E che questa cura, oggi più che mai, non è più una chimera ma una possibilità concreta.
“Abbiamo le tecnologie, le conoscenze, le cellule e la volontà. Adesso, grazie a questo bando, abbiamo anche i mezzi per unire tutto e cambiare davvero la storia del diabete tipo 1”, conclude Bertuzzi.
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