Professioni sotto osservazione: sedentarietà, obesità e stress tra i principali fattori di rischio

Il diabete di tipo 2 è una delle malattie croniche più diffuse al mondo, e non solo per motivi genetici o legati allo stile di vita personale: anche il tipo di lavoro che si svolge può incidere in maniera significativa.
Secondo uno studio di Ben’s Natural Health, negli Stati Uniti quasi 37 milioni di persone convivono con il diabete. Analizzando fattori come prevalenza della malattia, tasso di obesità e sedentarietà, la ricerca ha individuato le 10 professioni più a rischio di sviluppare diabete di tipo 2.


Le 10 professioni con il rischio più alto di diabete

Ecco la classifica elaborata dagli esperti:

  1. Addetti ai servizi di protezione (guardie giurate, agenti penitenziari) – 9% con diabete, tasso di obesità 33,3%.
  2. Forze dell’ordine – la prevalenza più alta: 10,5%.
  3. Operatori socio-sanitari e assistenti alla persona – diabete all’8,9% e obesità al 27,2%.
  4. Bibliotecari, curatori e archivisti – obesità 27,9% e lunghi periodi seduti.
  5. Lavoratori agricoli – 9,8% di diabete nonostante il lavoro fisico.
  6. Autisti di veicoli a motore – obesità al 23,9%, ore in auto prolungate.
  7. Lavoratori tessili e dell’arredamento – diabete al 9,9%, uno dei valori più alti.
  8. Operatori religiosi – oltre 2 ore seduti al giorno, più di qualsiasi altra categoria.
  9. Addetti alle pulizie e disinfestatori – diabete al 7,3%, ma quasi un terzo è obeso.
  10. Assemblatori e fabbricanti – 8,3% di diabete e un quarto obesi.

Perché il lavoro incide sul diabete?

Gli esperti sottolineano tre elementi principali:

  • Sedentarietà: stare seduti per ore riduce la sensibilità all’insulina.
  • Alimentazione scorretta: bibite gassate ed energy drink diffusi nei luoghi di lavoro aumentano i picchi glicemici.
  • Stress e sonno disturbato: turni irregolari e lavoro notturno peggiorano il controllo glicemico.

Come ha affermato il portavoce di Ben’s Natural Health: “I nostri luoghi di lavoro sono cambiati, ma i nostri corpi no. Non siamo fatti per stare seduti tutto il giorno”.


Prevenzione: cosa possono fare i lavoratori

  • Muoversi di più durante la giornata: pause attive, camminate brevi, stretching.
  • Scegliere acqua e snack sani al posto di bevande zuccherate e junk food.
  • Proteggere il sonno: routine regolari, meno turni notturni se possibile.
  • Politiche aziendali: programmi di welfare, promozione dell’attività fisica in ufficio e mense con opzioni salutari.

Un problema anche per l’Italia

Sebbene lo studio sia stato condotto negli USA, le dinamiche riguardano anche l’Europa e l’Italia.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità (ISS), oltre 3,9 milioni di italiani soffrono di diabete, in gran parte di tipo 2. Anche da noi, sedentarietà e obesità (19% della popolazione adulta, dati ISTAT 2023) rappresentano fattori di rischio crescenti.

La normativa italiana sul lavoro tutela la salute dei dipendenti attraverso il D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro), che include obblighi di prevenzione, pause e valutazione del rischio ergonomico. In alcune aziende si stanno diffondendo iniziative di workplace wellness, con spazi dedicati al movimento e programmi di educazione alimentare.


Conclusione

Il diabete di tipo 2 non è solo una questione di scelte personali, ma anche di contesto lavorativo. Sapere quali professioni presentano un rischio maggiore è un passo fondamentale per attuare politiche di prevenzione, sia individuali che aziendali.
Prevenire oggi significa garantire una vita lavorativa e sociale più sana domani.


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