Un nuovo studio clinico rivela che l’ustekinumab, utilizzato per la psoriasi, può preservare la produzione di insulina nei bambini con diabete di tipo 1

Un recente studio clinico condotto dall’Università di Cardiff, in collaborazione con il King’s College di Londra, l’Università di Swansea e l’Università di Calgary, ha rivelato che l’ustekinumab, un farmaco ampiamente utilizzato per il trattamento della psoriasi, potrebbe avere un ruolo significativo nel trattamento del diabete di tipo 1 nei bambini e negli adolescenti.

Pubblicato su Nature Medicine il 30 luglio 2024, lo studio ha coinvolto 72 adolescenti di età compresa tra 12 e 18 anni con diabete di tipo 1 di recente insorgenza. I risultati hanno mostrato che l’ustekinumab è efficace nel preservare la capacità dell’organismo di produrre insulina, avvicinando così l’obiettivo di gestire il diabete di tipo 1 senza la necessità di iniezioni di insulina.

L’ustekinumab, un’immunoterapia utilizzata dal 2009, si è dimostrata efficace nel ridurre il livello delle cellule immunitarie Th17.1, responsabili della distruzione delle cellule che producono insulina. Il professor Tim Tree del King’s College di Londra ha spiegato: “Abbiamo scoperto che l’ustekinumab riduce il livello di un piccolo gruppo di cellule immunitarie nel sangue chiamate cellule Th17.1. Queste cellule costituiscono solo 1 su 1.000 delle cellule immunitarie del sangue, ma sembrano svolgere un ruolo importante nella distruzione delle cellule che producono insulina.”

Misure di esito metabolico primarie e secondarie. a, Rapporto geometrico dell’intervento (ustekinumab) rispetto al controllo (placebo) per 52 settimane. b, AUC C-peptide aggiustata per 52 settimane per gruppo di trattamento. c, HbA1c per 52 settimane per gruppo di trattamento. d, Uso medio giornaliero di insulina esogena aggiustato per peso corporeo per 52 settimane per gruppo di trattamento. e, IDAA1c per 52 settimane per gruppo di trattamento. Credito: 
Nature Medicine (2024). DOI: 10.1038/s41591-024-03115-2

Il professor Colin Dayan dell’Università di Cardiff ha aggiunto che il trattamento precoce con ustekinumab potrebbe prevenire o ridurre la necessità di insulina nei bambini: “Abbiamo testato questo trattamento su bambini e adolescenti che avevano già bisogno di un trattamento insulinico. Sarebbe meglio se potessimo trattarli in una fase più precoce, mentre i bambini stanno ancora bene, e impedire loro di aver bisogno di insulina.”

Dopo 12 mesi di utilizzo di ustekinumab, i ricercatori hanno rilevato un aumento del 49% dei livelli di peptide C, un indicatore della produzione di insulina da parte del corpo. Questo studio fornisce la prima prova clinica del ruolo delle cellule Th17 nel diabete di tipo 1.

Nonostante i promettenti risultati, sono necessari ulteriori studi clinici per confermare l’efficacia dell’ustekinumab nel trattamento del diabete di tipo 1 e per determinare quali pazienti potrebbero trarne maggior beneficio. Peter Taylor ha sottolineato l’importanza di ulteriori ricerche: “Ora è possibile con un semplice test anticorpale individuare i bambini che svilupperanno il diabete di tipo 1 anni prima di aver bisogno di insulina. Combinare lo screening in questo modo con un trattamento precoce con ustekinumab sembra un approccio molto promettente per prevenire la necessità di insulina.”

In conclusione, l’ustekinumab rappresenta una speranza concreta per il trattamento del diabete infantile, offrendo la possibilità di gestire la malattia senza dipendere esclusivamente dall’insulina.


Ulteriori informazioni: Danijela Tatovic et al, Ustekinumab per il diabete di tipo 1 negli adolescenti: uno studio multicentrico, in doppio cieco, randomizzato di fase 2, 
Nature Medicine (2024). 
DOI: 10.1038/s41591-024-03115-