Un recente studio, condotto dai ricercatori del  Massachusetts General Hospital, Boston, MA, United States, ha portato alla luce nuove informazioni riguardanti il rischio di fratture dell’anca tra gli anziani affetti da diabete di tipo 1 (T1D) di lunga data. Questo studio, condotto su una coorte retrospettiva di 101 adulti con T1D e 181 controlli non diabetici abbinati per età, sesso e razza, ha utilizzato scansioni TC 3D del femore prossimale per valutare la densità e la struttura ossea, con l’obiettivo di identificare deficit che possano contribuire all’aumentato rischio di frattura dell’anca nei pazienti con T1D

I risultati hanno rivelato che gli adulti con T1D diagnosticati prima dei 15 anni presentano una densità e una struttura ossea significativamente inferiori rispetto ai controlli. In particolare, è stato osservato un contenuto minerale osseo totale inferiore del 14%, una riduzione del 19,5% del contenuto minerale corticale e un’area trasversale corticale più piccola del 12,6%. Questi deficit sono associati a un rischio più elevato di fratture dell’anca, una delle complicazioni più gravi e debilitanti per gli anziani.

L’impatto del T1D sulla salute ossea sembra essere particolarmente pronunciato in coloro che presentano anche nefropatia e neuropatia. Gli individui con T1D e nefropatia hanno mostrato una densità ossea del collo femorale (FN aBMD) inferiore del 10,6%, accompagnata da una riduzione significativa del contenuto minerale osseo e dell’area corticale rispetto ai controlli. Analogamente, i pazienti con neuropatia hanno evidenziato deficit ossei corticali che contribuiscono ulteriormente all’aumentato rischio di fratture.

Questi risultati suggeriscono che la fragilità ossea potrebbe essere una complicazione aggiuntiva della malattia microvascolare nei pazienti con T1D, sottolineando l’importanza di una gestione attenta e mirata della salute ossea in questi individui. La diagnosi precoce e la prevenzione delle complicazioni ossee potrebbero giocare un ruolo cruciale nella riduzione del rischio di fratture e nella protezione della qualità della vita degli anziani con T1D.

In conclusione, questo studio evidenzia l’importanza di considerare la salute ossea come parte integrante della gestione del diabete di tipo 1, specialmente nei pazienti con diagnosi precoce o con complicazioni microvascolari. Gli operatori sanitari dovrebbero essere consapevoli di questi rischi e adottare strategie preventive per mitigare le conseguenze potenzialmente gravi delle fratture dell’anca nei pazienti con T1D.

Riferimento: pubblicato il 16 agosto 2024 nel Journal of Bone and Mineral Research

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