Una ricerca dell’Università di Birmingham collega l’infiammazione persistente durante l’infanzia all’insorgenza di disturbi mentali e malattie cardiometaboliche nella prima età adulta

Un nuovo studio pubblicato su JAMA Psychiatry getta luce su un collegamento preoccupante tra l’infiammazione persistente durante l’infanzia e lo sviluppo di gravi disturbi di salute mentale nella prima età adulta. La ricerca, condotta dall’Università di Birmingham, ha esaminato i dati di oltre 6.500 partecipanti raccolti nell’ambito dell’Avon Longitudinal Study of Parents and Children (ALSPAC), anche noto come “Children of the 90s”.

I ricercatori hanno scoperto che i bambini che mostravano livelli elevati di infiammazione, misurati attraverso il marcatore proteina C-reattiva (PCR) a 9, 15 e 17 anni, presentavano un rischio significativamente maggiore di sviluppare disturbi psicotici, come psicosi e depressione, entro i 24 anni. In particolare, i partecipanti il cui livello di PCR raggiungeva un picco all’età di 9 anni erano fino a cinque volte più propensi a sviluppare tali disturbi rispetto ai loro coetanei senza segni di infiammazione.

Edward Palmer, autore principale dello studio, ha sottolineato l’importanza di questi risultati, che non solo suggeriscono una connessione tra infiammazione e malattie mentali, ma anche un potenziale legame con disturbi cardiometabolici come la resistenza all’insulina, una condizione che può precedere il diabete. “Le prove sono ormai sufficienti per suggerire che l’infiammazione precoce potrebbe essere un fattore di rischio significativo per lo sviluppo di schizofrenia, depressione e altre condizioni croniche in età adulta,” ha dichiarato Palmer.

Questa ricerca apre la strada a nuove domande sulla possibile causalità dell’infiammazione nei confronti dei disturbi mentali e fisici. Sebbene non sia ancora dimostrato un ruolo causale diretto, i risultati rafforzano l’importanza di monitorare l’infiammazione nei bambini come indicatore di potenziali rischi futuri.

Palmer ha concluso affermando che “sarà cruciale approfondire ulteriormente i meccanismi sottostanti a questa associazione. Questo potrebbe portare a sviluppare strategie di profilazione del rischio e interventi precoci per prevenire l’insorgenza di disturbi mentali e fisici in individui predisposti.”

Questa scoperta sottolinea la necessità di ulteriori ricerche per comprendere appieno il ruolo dell’infiammazione nella salute mentale e potrebbe influenzare future strategie di trattamento e prevenzione.