Uno studio finanziato dal NIH svela come la misurazione della perdita d’acqua transepidermica possa rivoluzionare la diagnosi e la prevenzione delle ulcere nei pazienti con diabete.
Il futuro della prevenzione passa dalla pelle
In apparenza tutto sembra risolto: la ferita è chiusa, la pelle riformata, l’ulcera un ricordo. Eppure, sotto la superficie, qualcosa potrebbe ancora minacciare la salute del paziente con diabete. A rivelarlo è un importante studio condotto dal Diabetic Foot Consortium, finanziato dai National Institutes of Health (NIH), che getta nuova luce su uno dei problemi più gravi e sottovalutati del diabete: la recidiva delle ulcere del piede.
Gli scienziati hanno identificato un nuovo ausilio diagnostico capace di prevedere la probabilità che un’ulcera apparentemente guarita si riapra. Il segreto? La perdita d’acqua transepidermica, o TEWL (dall’inglese transepidermal water loss), un parametro che misura quanto bene la pelle riesce a trattenere l’umidità, indicando l’integrità della sua funzione barriera.
Quando la pelle parla, la scienza ascolta
Le misurazioni della TEWL non sono una novità assoluta: vengono già impiegate nel trattamento delle ustioni. Ma è la prima volta che vengono utilizzate sistematicamente nel contesto delle ulcere diabetiche, con risultati sorprendenti.
Lo studio ha coinvolto oltre 400 pazienti con ulcere del piede diabetico apparentemente guarite. Eppure, nel 35% dei casi con TEWL elevata, l’ulcera è riapparsa entro 16 settimane, rispetto al 17% dei pazienti con TEWL bassa. Un dato che parla chiaro: i pazienti con alta perdita d’acqua transepidermica hanno un rischio quasi triplo (2,7 volte maggiore) di recidiva.
Secondo la dottoressa Teresa Jones, direttrice del programma per il Diabete e le Malattie Metaboliche del NIDDK (NIH), questo studio rappresenta un punto di svolta:
“Per la prima volta abbiamo uno strumento per stimare il rischio di recidiva di un’ulcera diabetica. Un passo avanti cruciale per salvare arti, e vite.”
Ulcere del piede diabetico: una minaccia silenziosa
Le ulcere del piede rappresentano una delle più gravi complicanze del diabete. Spesso invisibili al paziente stesso, a causa della neuropatia periferica, possono infettarsi, peggiorare rapidamente e condurre all’amputazione. Non è un dettaglio: si stima che le ulcere del piede siano responsabili della maggior parte delle amputazioni non traumatiche degli arti inferiori.
Il problema non è solo la ferita che si vede. Molto spesso, le ulcere che sembrano guarite in superficie nascondono una realtà ben diversa sotto la pelle. Il tessuto profondo potrebbe essere ancora danneggiato, e la funzione barriera cutanea compromessa. Una pelle che non trattiene più l’acqua, che non riesce a proteggere dai batteri, è un varco aperto per nuove infezioni.
TEWL: verso un nuovo standard clinico
I ricercatori propongono che la misurazione della TEWL venga integrata nei protocolli clinici standard per la cura delle ulcere. La pelle non deve solo chiudersi visivamente, ma tornare a svolgere tutte le sue funzioni protettive, compresa quella, invisibile ma vitale, di trattenere l’acqua.
Questo approccio potrebbe trasformare il modo in cui monitoriamo la guarigione delle ferite nei pazienti diabetici, passando da una valutazione puramente visiva a una più profonda e predittiva.
Lo studio, che sarà pubblicato sulla rivista Diabetes Care, rappresenta una svolta clinica. Non una panacea, certo, ma un passo deciso verso una medicina più preventiva, precisa e personalizzata.
Il piede, l’acqua e il futuro della medicina
In un’epoca in cui la medicina si fa sempre più sofisticata e miniaturizzata, il futuro della cura passa anche da dettagli che sfuggono all’occhio umano. Come il lento, impercettibile evaporare dell’acqua dalla pelle.
Sapere ascoltare la pelle e le sue variazioni invisibili può significare fare la differenza tra la guarigione e la recidiva, tra una nuova infezione e un passo sicuro verso il benessere.
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Riferimento
Un’elevata perdita d’acqua transepidermica nel sito di sutura della ferita è associata a un aumento della recidiva delle ulcere del piede diabetico: studio TEWL del NIDDK Diabetic Foot Consortium. Diabetes Care. 2025. DOI: 10.2337/dc25-0300