Tra diritto e disuguaglianza, i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) rappresentano una bussola per chi convive con il diabete. Ma quali cure, farmaci e strumenti sono realmente garantiti in Italia?
LEA e diabete: i tuoi diritti, nero su bianco
Per chi convive con il diabete, ogni giorno è una sfida di equilibrio tra glicemie ballerine, appuntamenti clinici, burocrazia e speranze. In questo contesto, i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) rappresentano non solo un acronimo, ma una promessa: quella dello Stato di garantire prestazioni sanitarie fondamentali, gratuite o quasi, a chi ne ha bisogno. Ma, nella pratica, cosa è effettivamente incluso nei LEA per chi ha il diabete?
Entriamo nel dettaglio.
Cosa sono i LEA? Una garanzia (non sempre uniforme)
I LEA sono l’insieme delle prestazioni e dei servizi che il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o con un ticket, in base a determinati criteri di bisogno e appropriatezza clinica. Sono divisi in tre grandi categorie:
- Prevenzione collettiva e sanità pubblica
- Assistenza distrettuale (ambulatoriale, domiciliare, integrata)
- Assistenza ospedaliera
Per i pazienti con diabete, i LEA si traducono in esenzioni, forniture di presìdi, visite specialistiche, farmaci, ricoveri e programmi educativi. Ma come si declinano questi diritti nel quotidiano?
Esenzione 013: la chiave d’accesso
Chi ha una diagnosi documentata di diabete, sia di tipo 1 che di tipo 2, ha diritto all’esenzione per patologia codice 013, che consente l’accesso gratuito a:
- Visite diabetologiche
- Visite oculistiche e screening della retinopatia
- Analisi ematochimiche e test diagnostici specifici (HbA1c, microalbuminuria, profilo lipidico, ecc.)
- Elettrocardiogramma, ecografie renali e doppler
- Formazione all’autogestione (educazione terapeutica strutturata)
Ogni Regione può aggiungere o modulare alcune prestazioni, ma la base garantita è nazionale.
Dispositivi e farmaci: cosa è incluso
Chi ha diritto all’esenzione può ricevere gratuitamente, su prescrizione del diabetologo e con un piano terapeutico, i seguenti presidi:
- Strisce reattive per la glicemia
- Lancette pungidito e glucometri
- Penne per insulina e aghi
- Microinfusori insulinici (in alcune Regioni)
- Sensori per il monitoraggio continuo della glicemia (CGM o Flash) per pazienti selezionati
L’accesso a strumenti tecnologici come Omnipod, Dexcom, Freestyle Libre è in crescita, ma resta vincolato a specifici criteri clinici, che variano da Regione a Regione.
Farmaci: le cure non si pagano, ma non sempre sono le più moderne
Tutti i farmaci insulino-terapici e gli antidiabetici orali inseriti nel Prontuario Terapeutico Nazionale (PTN) sono coperti. Tuttavia, l’accesso a nuove molecole (GLP-1 agonisti, SGLT2 inibitori, ecc.) è spesso più lento e soggetto a vincoli.
La burocrazia può diventare un ostacolo: il paziente deve spesso passare attraverso piani terapeutici trimestrali, autorizzazioni regionali e tempi lunghi per la distribuzione diretta dei farmaci ospedalieri.
Educazione terapeutica e supporto psicologico: previsti ma trascurati
I LEA includono l’educazione terapeutica come parte integrante della cura del diabete. Questo significa che il paziente ha diritto a:
- Incontri individuali o di gruppo con il diabetologo o infermiere specializzato
- Programmi per l’autocontrollo, la gestione dell’alimentazione e dell’attività fisica
- Supporto psicologico (soprattutto per bambini, adolescenti e neodiagnosticati)
Tuttavia, nella realtà, questi servizi sono spesso carenti o non attivati, lasciando il paziente solo con le sue fatiche emotive.
Il nodo delle disuguaglianze regionali
E qui arriviamo al punto dolente: i LEA sono nazionali, ma la loro applicazione è regionale. Questo comporta differenze profonde:
- In Lombardia, il microinfusore è spesso concesso anche agli adulti con T1D.
- In Campania, la fornitura di sensori può essere irregolare.
- In Emilia-Romagna, i bambini accedono più facilmente a CGM e supporti scolastici.
- In Sicilia, molte famiglie denunciano ritardi nella consegna dei dispositivi.
Il cittadino è, di fatto, soggetto al “codice di avviamento postale” della sua salute, e questo mina il principio di equità.
Come orientarsi: strumenti utili
Per sapere a cosa hai diritto nella tua Regione:
- Consulta il sito del tuo ASL o Regione
- Rivolgiti a un’associazione pazienti (es. AGD, FAND, Diabete Italia)
- Scarica il Piano Nazionale Diabete disponibile sul sito del Ministero della Salute
- Parla con il tuo diabetologo di riferimento: è il tuo primo alleato
Conclusione: il diritto alla cura non può essere un privilegio
I Livelli Essenziali di Assistenza, sulla carta, offrono una rete solida per chi convive con il diabete. Ma questa rete, in molte parti d’Italia, ha maglie troppo larghe o troppo strette. Serve una nuova stagione di uniformità, semplificazione burocratica e centralità del paziente, in cui i diritti non restino solo scritti su un decreto.
Nel frattempo, informarsi, unirsi in rete e reclamare ciò che spetta è il primo passo per non restare indietro.
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