DIDASCALIA La struttura, la localizzazione e la funzione delle cellule epiteliali e immunitarie nell'intestino tenue CREDITO Zhanju Liu, Facoltà di Medicina dell'Università di Tongji, Cina Link alla fonte dell'immagine: https://journals.lww.com/cmj/fulltext/9900/the_signature_of_the_small_intestinal_epithelial.1558.aSDIDASCALIA La struttura, la localizzazione e la funzione delle cellule epiteliali e immunitarie nell'intestino tenue CREDITO Zhanju Liu, Facoltà di Medicina dell'Università di Tongji, Cina Link alla fonte dell'immagine: https://journals.lww.com/cmj/fulltext/9900/the_signature_of_the_small_intestinal_epithelial.1558.as

Una revisione rivoluzionaria svela il ruolo delle cellule epiteliali e immunitarie dell’intestino tenue nella prevenzione di malattie autoimmuni, infiammatorie e metaboliche. La salute inizia (davvero) nella pancia.

L’intestino che pensa: il tenue come centro di comando immunitario e metabolico

C’è un organo che da secoli viene sottovalutato, trattato come semplice tubo digerente, utile per assorbire i nutrienti e… poco più. Ma i tempi stanno cambiando, e la scienza ci sta raccontando una storia diversa. Un racconto che parte da profonde cripte intestinali, attraversa cellule invisibili e finisce dritto al cuore del nostro sistema immunitario. Benvenuti nell’intestino tenue: un laboratorio vivente, un direttore d’orchestra silenzioso che coordina difese, microbi e infiammazioni.

Una revisione illuminante

A guidarci in questa scoperta è il team del Prof. Zhanju Liu, ricercatore presso lo Shanghai Tenth People’s Hospital (Tongji University), che insieme a colleghi del Ruijin Hospital e del Wuhu First People’s Hospital ha firmato una revisione scientifica pubblicata sul Chinese Medical Journal il 20 maggio 2025.

Obiettivo: fare luce sulle cellule epiteliali e immunitarie dell’intestino tenue, svelando come la loro disfunzione possa scatenare una cascata di patologie sistemiche – dalle infiammazioni croniche al diabete tipo 1, fino all’artrite reumatoide.

L’intestino: molto più di una spugna

Il tenue è rivestito da una barriera altamente specializzata composta da cellule epiteliali – tra cui le cellule di Paneth e le cellule a ciuffo (o Tuft) – e popolato da sentinelle immunitarie come linfociti T, macrofagi e cellule dendritiche.

Le cellule di Paneth, situate nelle cripte, sono veri e propri laboratori biochimici: secernono peptidi antimicrobici e fattori di crescita (come Wnt ed EGF), mantenendo ordine nel microbiota e supportando le cellule staminali intestinali.

Le cellule a ciuffo, invece, sembrano uscite da un romanzo di spionaggio: captano segnali ambientali e rispondono con citochine come l’IL-25, attivando le risposte immunitarie “di tipo 2” contro minacce come parassiti e tossine.

Immunità intestinale: una sinfonia orchestrata

Non sono sole. I linfociti intraepiteliali (IEL), le cellule linfoidi innate (ILC), i macrofagi e le cellule dendritiche cooperano con l’epitelio in un equilibrio delicatissimo. I linfociti T promuovono la tolleranza immunitaria, i macrofagi puliscono l’ambiente e stimolano la rigenerazione, le cellule dendritiche fanno da ponte tra immunità innata e adattativa, e i linfociti B producono IgA, le “guardiane” del microbiota.

Un cortocircuito in questa rete? Può voler dire malattie infiammatorie intestinali, sindrome metabolica, celiachia, diabete autoimmune. La scienza lo dice chiaro: quando l’equilibrio del tenue salta, a soffrire è tutto l’organismo.

Malattia sistemica? Colpa dell’intestino

Uno dei punti più innovativi della revisione Tongji è il collegamento diretto tra disfunzione intestinale e patologie sistemiche. Se le cellule di Paneth o Tuft vengono alterate – ad esempio da mutazioni nei geni NOD2 o ATG16L1 – la barriera intestinale diventa permeabile. I metaboliti batterici passano nel sangue e innescano infiammazioni a distanza. È così che può iniziare un’artrite, una resistenza insulinica o un attacco autoimmune al pancreas.

Terapie del futuro: l’intestino come bersaglio

Il team di ricerca non si limita alla diagnosi. Propone strategie concrete per agire su queste cellule-chiave:

  • Aumentare la produzione di peptidi antimicrobici (es. con stimolatori cellulari o peptidomimetici).
  • Modificare il microbioma tramite probiotici specifici o interventi dietetici mirati.
  • Utilizzare tecniche di gene editing (CRISPR e simili) per correggere mutazioni genetiche.
  • Sfruttare le cellule Tuft per stimolare rigenerazione tissutale dopo danni gravi all’epitelio.

Il messaggio è potente: per combattere infiammazioni croniche, diabete autoimmune e disordini metabolici, dobbiamo iniziare a considerare l’intestino tenue non come “tratto intermedio” ma come organo chiave.


Conclusioni: un intestino da rivalutare

In un’epoca in cui tutto passa per il cervello, il cuore o i reni, questa revisione ci ricorda che la vera rivoluzione parte dal basso. Dall’intestino. Anzi, dal tenue, il fratello elegante e laborioso che finora è rimasto in disparte.

Il suo ruolo non è solo nutrizionale ma profondamente immunologico e metabolico. Le implicazioni sono vaste: nuove diagnosi precoci, approcci terapeutici personalizzati, prevenzione sistemica. La scienza – ancora una volta – ci invita ad ascoltare il nostro corpo, ma partendo dallo stomaco. O meglio, da qualche centimetro più in giù.


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