Temperature oltre i 40°C e salute a rischio: la scienza spiega perché le persone con obesità sono più vulnerabili al caldo torrido e cosa si può fare per proteggersi.
Quando l’asfalto cuoce e l’aria diventa una lastra incandescente, il caldo non è più solo una questione di disagio: è una minaccia per la salute. Le temperature oltre i 40 gradi che in questi giorni infuocano città e campagne italiane non colpiscono tutti allo stesso modo. Tra le categorie più vulnerabili ci sono le persone con obesità, per le quali l’estate può trasformarsi in una stagione pericolosa, persino letale.
Il corpo non mente: la termoregolazione in difficoltà
Il nostro organismo è progettato per mantenere una temperatura interna costante. Ma quando la colonnina di mercurio supera certi limiti, il sistema di termoregolazione viene messo a dura prova. Per chi ha un indice di massa corporea elevato, la situazione si complica ulteriormente.
L’eccesso di tessuto adiposo agisce come un isolante termico, trattenendo il calore corporeo e rallentando la sua dispersione. Inoltre, le persone obese tendono a sudare di meno rispetto a chi ha un peso nella norma, compromettendo uno dei principali meccanismi di raffreddamento del corpo. Il risultato? Un rischio aumentato di colpi di calore, disidratazione, e peggioramento di patologie croniche preesistenti come ipertensione, diabete e malattie cardiovascolari.
La scienza parla chiaro: obesità e rischio caldo
Uno studio pubblicato sul Journal of Applied Physiology ha rilevato che le persone obese mostrano una minore tolleranza termica e un’alterata risposta fisiologica alle alte temperature. In pratica, il loro corpo fatica a dissipare il calore accumulato, aumentando il rischio di ipertermia. Altri studi hanno evidenziato che, in caso di ondate di calore, i tassi di ospedalizzazione e mortalità aumentano significativamente nella popolazione con obesità.
Ma non è solo questione di chili. Il calore estremo altera anche il metabolismo, peggiora la qualità del sonno, induce stanchezza cronica e peggiora la salute mentale. Il caldo colpisce corpo e mente con la stessa brutalità.
Strategie di sopravvivenza urbana (e non solo)
Non tutto, però, è perduto. Con alcune semplici strategie è possibile ridurre il rischio e migliorare la qualità della vita durante le ondate di calore.
1. Idratazione costante: bere almeno 2 litri di acqua al giorno, anche in assenza di sete. Evitare alcol e bevande zuccherate.
2. Restare al fresco: arieggiare gli ambienti nelle ore notturne, chiudere tende e tapparelle durante il giorno. Se possibile, trascorrere le ore più calde in luoghi climatizzati.
3. Vestirsi leggeri: preferire abiti chiari, larghi, in tessuti naturali come lino e cotone.
4. Evitare l’attività fisica nelle ore calde: meglio camminare o muoversi la mattina presto o la sera tardi.
5. Curare l’alimentazione: pasti leggeri, ricchi di frutta, verdura e alimenti idratanti come cetrioli, anguria e yogurt.
6. Controllare i farmaci: alcuni medicinali possono aumentare il rischio di disidratazione o interferire con la regolazione della temperatura. È bene consultare il medico.
Una questione di equità climatica
Quello del caldo e obesità non è solo un tema medico, ma sociale. Le persone con obesità vivono spesso in condizioni abitative meno favorevoli, con minore accesso a spazi verdi, ombra o aria condizionata. E spesso non ricevono informazioni adeguate sui rischi che corrono. Serve una maggiore consapevolezza pubblica e una comunicazione inclusiva che non colpevolizzi ma informi.
Caldo estremo: il nuovo “killer silenzioso”
Il cambiamento climatico rende le ondate di calore sempre più frequenti e intense. E ogni estate che passa, il corpo umano si trova a dover affrontare una nuova sfida. Per le persone con obesità, il caldo non è un fastidio passeggero, ma un avversario da affrontare con strategia e attenzione. Perché sopravvivere all’estate – oggi – è una questione di conoscenza, cura e prevenzione.
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