Scopri quali sono – davvero – i sostegni socioeconomici disponibili in Italia per le persone con diabete e perché molti ne ignorano l’esistenza.
Vivere con il diabete (senza farsi dissanguare): guida semiseria ai sostegni che esistono, ma non si trovano
Il diabete non è solo una questione di zuccheri nel sangue: è una faccenda costosa, quotidiana e – diciamolo – maledettamente invisibile per chi non la vive sulla pelle. Eppure, in Italia, qualcosa sulla carta esiste per aiutare le persone con diabete. Ma tra le leggi, le circolari ministeriali e le risposte evasive degli sportelli ASL, spesso si finisce a girare in tondo come un glicemico in ipoglicemia. Facciamo chiarezza.
1. Esenzione dal ticket sanitario: codice 013
Il primo (e più conosciuto) beneficio è l’esenzione per patologia. Le persone con diabete mellito – tipo 1 e tipo 2 – hanno diritto all’esenzione del ticket per visite specialistiche, analisi di laboratorio e alcuni esami diagnostici correlati. Il codice di esenzione è 013.
Attenzione: non è automatico. Serve una certificazione del medico specialista diabetologo e la registrazione presso la propria ASL.
2. Invalidità civile: una giungla a base di percentuali
Molti non sanno che il diabete può dare diritto a un riconoscimento di invalidità civile, a seconda della gravità, delle complicanze e della terapia.
- Diabete tipo 1 in terapia insulinica intensiva o con microinfusore? Si parte da un 40%, con possibilità di aumentare in presenza di complicanze.
- Diabete tipo 2 in trattamento orale e ben compensato? Probabilità bassa, ma non nulla.
La soglia del 34% è quella minima per accedere ad alcune prestazioni sociali e lavorative, come i permessi lavorativi (Legge 104).
3. Legge 104/92 e permessi retribuiti: quando il diabete pesa anche al lavoro
Chi ha un’invalidità riconosciuta può accedere, in certi casi, alla Legge 104, con:
- Permessi retribuiti (3 giorni al mese)
- Priorità nei trasferimenti o turni di lavoro
- Possibilità di smart working o orari personalizzati
Nel caso dei minori con diabete, i genitori possono chiedere i permessi per accompagnamento a visite e terapie.
4. Indennità di accompagnamento: solo per i casi più gravi
L’indennità di accompagnamento (oggi poco più di 531 euro al mese) è riconosciuta solo nei casi in cui il paziente non sia in grado di compiere autonomamente gli atti quotidiani della vita, a prescindere dal reddito.
Nel diabete, questo avviene solo in presenza di gravi complicanze neurologiche, renali o visive.
5. Bonus e agevolazioni fiscali: tra il dire e il fare…
Non c’è un bonus “specifico” per chi ha il diabete, ma ci sono deduzioni fiscali per:
- Dispositivi medici (come microinfusori o sensori CGM)
- Spese sanitarie (incluse visite, farmaci, trasporti per terapie)
Inoltre, se il diabete è riconosciuto come disabilità grave, si può accedere a IVA agevolata al 4%, detrazioni IRPEF e agevolazioni sull’acquisto di ausili tecnici.
6. Piani terapeutici e fornitura dispositivi: differenze regionali
Qui si apre il vaso di Pandora: l’Italia è un Paese bellissimo, ma non è uguale per tutti.
Ogni Regione ha le sue modalità di fornitura per:
- Strisce reattive
- Sensori glicemici
- Microinfusori
Alcune Regioni coprono tutto, altre lo fanno a metà, altre ancora… forse. Morale: il tuo CAP può cambiare la tua qualità di vita diabetica.
7. Lavoro e concorsi pubblici: diritti e non discriminazione
Le persone con diabete possono partecipare a concorsi pubblici, essere assunte e non possono essere discriminate.
La legge 68/99 per il collocamento mirato può essere un’opportunità, se si ha un’invalidità riconosciuta superiore al 45%.
In sintesi (amara): i diritti ci sono. Ma bisogna andarseli a prendere.
Chi vive con il diabete spesso deve combattere non solo con glicemie ballerine, ma anche con la burocrazia, la disinformazione e – diciamolo – un sistema che fa poco per rendere visibili questi diritti.
Ma sapere a cosa si ha diritto è già una forma di cura. Di cura di sé, della propria dignità, della propria vita.
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