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La tecnologia è una gran bella cosa, rappresenta la materializzazione del progresso della conoscenza umana, come ogni aspetto ha il suo lato positivo e negativo mutevole a seconda dei tempi e usanze, abitudini. Un dato è certo la tecnica, come le altri componenti di creazione e fattura umana, è per sua stessa base ed evoluzione imperfetta. L’applicazione tecnologica lo vediamo e tocchiamo con mano ogni giorno, quante volte si pianta e ci lascia in asso, oppure vengono acquistati determinati prodotti che, tempo pochi mesi, divengono obsoleti e inutilizzabili: il più recente esempio lo ricavo proprio dal tablet ove un applicativo preso e pagato pochi mesi fa con l’aggiornamento del sistema operativo è da buttare, par don cancellare.

E la stessa ricaduta la possiamo ritrovare in diverse centinaia di applicazioni a tema diabetico per la tenuta dei dati della glicemia, insulina, dieta e altro, sono veramente poche e si contano sulle dita di una mano quelle utili e strutturate bene, un poco più funzionali alla nostra vita quotidiana con la malattia. Non nascondo di fare una uso per la memorizzazione dei dati di una database fai da me, piuttosto di tanti programmi e programmini provati ma deludenti nella loro resa e performance. Ricordo con orrore un applicativo, a pagamento, made in Germany, che addirittura perdeva i dati registrati!

Si sa le cose cambiano o meglio così pare. Ma una malattia come ci cambia? Un interrogativo non da poco e suscettibile di molteplici e diversificate sfaccettature. Il diabete quali mutazioni porta a un individuo? Lungi da me fare osservazioni universali e meno che mi cliniche o altro. Posso solo cercare di dare un contributo personale e addentrarmi al primo livello di un capitolo della vita con il diabete poco affrontato e confrontato.

La questione di fondo riguarda l’impatto nel medio – lungo periodo della patologia diabetica sulla personalità e il risvolto relazionale della medesima. Un dato interessante e importante da prendere in considerazione.

Le implicazioni della glicemia con le sue variabili nei valori sia iper che ipoglicemiche, incide, incidono profondamente, se costanti nelle fluttuazioni estreme lungo il passare del tempo e non solo nel logoramento dei fisico ma nell’equilibrio dell’umore e dell’animo sociale del diabetico. Un dato pratico lo si ha chiaramente in presenza di un dato costante e continuo d’iperglicemia comune a tutti i tipi di diabete, laddove la traduzione in termini pratici porta ad avere uno stato d’animo irritabile e irascibile, chiuso e contrario alle relazioni esterne.

Ecco il lato negativo del cambiamento determinato dalla malattia inteso anche come fattore di logoramento a lungo termine. Agire per riprendere il timone nella gestione della malattia serve anche a fare in modo che il diabete non ci cambi ma invertire l’ordine della cose: noi cambiamo lui, ed io posso affermare di esserci riuscito, anche se ci ho messo 45 anni per arrivarci, ma è sempre cosa buona e positiva farlo e fino in fondo, perché non è mai troppo tardi.