La semplicità della Dieta Mediterranea (DM) talvolta porta a non credere alla sua efficacia e così di tanto in tanto si effettuano studi clinici che finora non solo confermano e dimostrano la sua validità ma, talvolta, svelano nuovi aspetti positivi. Un recente studio ha comparato la longevità nei vari
Paesi europei riaffermando nuovamente che le persone alimentate scrupolosamente con la DM vivono più a lungo.
Come abbiamo già detto, il Mediterraneo si estende e bagna ben 22 Stati ove riscontriamo una inculturazione della Mediterranea. In altre parole, se le abitudini alimentari variano e subiscono trasformazioni differenti da Paese a Paese, gli alimenti classici della Mediterranea vengono elaborati a seconda della cultura locale, delle tradizioni etniche e della religione.
Ma vi sono alcune caratteristiche comuni, una sorta di fìl rouge che corre attraverso tutti i Paesi accomunandone i tratti, come:
- un elevato consumo di frotta, verdura, patate, fagioli, nocciole, noci, semi, pane e cereali
- uso dell’olio extravergine d’oliva per cucinare e per condire
- moderate quantità di carne
- giuste dosi di pesce
- moderate quantità di grasso
- consumo moderato del vino (mai a digiuno e sempre ai pasti)
- alimentazione con prodotti stagionali, freschi a km zero e a filiera corta
- stile di vita attivo con movimento fisico giornaliero.
Olive e uva: olio e vino, due capisaldi della DM
Tra i componenti più tipici della DM un ruolo molto importante è svolto da olive e uva e dai conseguenti fluidi che da essi derivano: l’olio e il vino.
Per questi alimenti un ruolo decisivo lo gioca il clima. L’ambiente del Mediterraneo è caratterizzato dalla presenza quasi costante di sole e alte temperature, ma non mancano le intemperie, così Madre Natura sottopone gli alimenti a stress ambientali che creano le condizioni che ne favoriscono l’ossidazione, specie l’alta temperatura, che induce la vegetazione a proteggersi attivando meccanismi di difesa molto potenti. Si formano così alte concentrazioni di composti di natura fenolica o flavonoide, sintetizzati dall’enzima fenolosintetasi.
L’oliva è costituita all’intemo dal seme o endocarpo, e poi da un mesocarpo e un pericarpo; la componente lipidica dell’olio deriva per il 98% dal pericarpo e dal mesocarpo, mentre l’endocarpo vi partecipa solamente per il restante 2%. L’endocarpo non contiene fenoli mentre è molto ricco in vitamina E; di contro, il mesocarpo, che contribuisce alla produzione totale dell’olio, presenta livelli molto alti di composti polari e molto bassi di vitamina E.
Tra i componenti fendici dell’olio più importanti sono da ricordare:
- i fenoli semplici: tirosolo e idrossitirosolo
- i fenoli complessi: oleoeuropeina, ligstroside
Questi particolari componenti sono stati oggetto di sperimentazioni per alcuni lavori scientifici.
A dei volontari sani sono stati somministrati in un’unica dose degli oli (circa 50 ml) a contenuto crescente di idrossitirosolo e oleoeuropeina, per verificarne i livelli di assorbimento nell’organismo. Nel successivo esame delle urine si è riscontrata la presenza sia del composto di origine, sia dei suoi scarti o cataboliti, cioè l’acido e l’alcol omovanillico, e nelle urine
delle 24 ore è stato trovato solamente il 40% del prodotto introdotto, il che indica sia un buon assorbimento nell’organismo sia una buona trasformazione metabolica e, quindi, un buon accesso ad alcuni enzimi cellulari.