Una elevata variabilità glicemica combinata alla tendenza a frequente ipoglicemia è associata con l’eiaculazione precoce (PE) nei giovani maschi con diabete di tipo 1 (DM1), anche se la prevalenza di PE è simile per i giovani maschi con e senza diabete tipo 1, secondo uno studio pubblicato online il 26 novembre scorso nel Journal of Sexual Medicine .
Il dottor Giuseppe Bellastella, medico diabetologo MD, Ph.D.e uno dei massimi esperti a livello mondiale in fisiologia endocrino-sessuale, dalla Seconda Università di Napoli in Italia, e colleghi hanno esaminato la prevalenza di PE nel diabete di tipo 1. I dati sono stati raccolti da 100 pazienti maschi con diabete di tipo 1 (età <40 anni) e 51 controlli di pari età senza diabete. La variabilità della glicemia è stata valutata in un sottogruppo di 30 pazienti con diabete (20 con PE e 10 senza). Il questionario di valutazione dell’eiaculazione precoce(PEDT) e l’autostima del tempo di latenza eiaculatoria intravaginale (IELT) sono stati utilizzati per valutare la presenza di PE.
I ricercatori hanno notato alcune differenze significative nella prevalenza della PE tra i gruppi: valori patologici di partitura PEDT e punteggio IELT sono stati osservati nel 24 per cento dei pazienti con diabete e nel 23,5 per cento dei controlli. L’emoglobina A1c era significativamente associata con il punteggio PEDT (P = 0.006) e IELT (P = 0,01). Il punteggio PEDT correlato con gli indici bassi di glucosio nel sangue, ma non con la deviazione standard del glucosio nel sangue, significa una ampiezza di escursioni glicemiche, o indici di glucosio nel sangue nel sottogruppo valutati per la variabilità della glicemia.
“Nei pazienti diabetici con PE, una variabilità glicemica maggiore nel controllo ipoglicemico è significativamente associata con il punteggio PEDT,” scrivono gli autori.
Il dottor Ballastella ha altresì evdienziato come “ricerche in questo campo, la sfera sessuale e l’incidenza del diabete tipo 1 circa la qualità dello sviluppo e conservazione degli apparati genitali e riproduttivi maschili, rappresenti ancora un terreno duro da affrontare in particolare in Italia e nei paesi latini. Quindi occorre fare ancora molta strada per superare un gap prima ancora che sanitario è culturale, sociale”. Ha detto