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Come riportato in altri studi, qui pubblicati peraltro, il diabetico tipo 1 invecchia e raggiunge livelli di longevità notevoli rispetto al passato, ma al tempo stesso accresce la consapevolezza clinica che andando avanti con gli anni gli over 60 con T1D vedono aumentare i rischi di compromissione cognitiva.

A tale proposito un team di scienziati russi dell’Università medica statale siberiana di Tomsk e del NRC Institute of Immunology FMBA of Russia, Mosca hanno sviluppato un modello per la prognosi del deterioramento cognitivo nei pazienti con diabete mellito di tipo 1 basato sui dati della spettroscopia di risonanza magnetica protonica.

Sono stati esaminati i pazienti con diabete mellito di tipo 1 e soggetti senza diabete (gruppo di controllo). Tutti i partecipanti sono stati valutati per il metabolismo dei carboidrati, sottoposti a test neuropsicologici (test MoCa), spettroscopia di risonanza magnetica protonica del cervello. L’elaborazione statistica dei risultati è stata eseguita utilizzando il programma IBM SPSS Statistics 20.0. Il modello predittivo viene calcolato mediante analisi discriminanti.

I risultati: sulla base dei dati della spettroscopia di risonanza magnetica protonica, hanno portato ad ottenere un modello predittivo per lo sviluppo del deterioramento cognitivo nei pazienti con diabete mellito di tipo 1 mediante analisi discriminanti.

Il metodo per la diagnosi precoce del danno cognitivo consente di prevedere lo sviluppo della disfunzione cognitiva nei pazienti con diabete di tipo 1 nelle prime fasi e può essere utilizzato nella pratica clinica per valutare l’efficacia della terapia preventiva per il danno cognitivo.

Studio pubblicato in Mediasphera il 24 aprile 2020.