Chi siamo

Il Mio Diabete è un blog nato per iniziativa personale di Roberto Lambertini, al principio per raccontare la vita con il diabete di tipo 1 ultra cinquantennale, e in seguito per cercare di setacciare le informazioni utili e fondate, sia in campo scientifico che biomedicale, dalle menzogne, leggende e disinformazioni presenti ormai a tutto campo in rete.

Il sito dal 1 novembre 2019 è di proprietà dell’Associazione per l’Aiuto ai Giovani Diabetici – AGD Bologna. La pubblicità raccolta serve a mala pena a recuperare il 10% delle spese che sono a completo carico del fondatore e riguardano i costi di mantenimento del server in cui si trova il sito, e la promozione. In sintesi nel 2018 la raccolta pubblicitaria (proveniente dal circuito Google), ha fruttato 400 € di entrate e 50 € da donazioni individuali, mentre i costi sono stati 2000 € affitto server (web hosting) e 1500 € spese di promozione.

Le informazioni personali riguardanti i pazienti ed i visitatori, compresa l’identità, sono confidenziali.
I dati comunque ottenuti (iscrizione alla newsletter e domande agli autori ed esperti) non vengono ceduti o venduti a terzi.
Il responsabile del sito s’impegna sull’onore a rispettare le condizioni legali di confidenzialità delle informazioni mediche in rispetto delle leggi del paese dove il server ed i mirror-sites sono situati.
Il sito non usa cookies
È gestito in puro spirito di volontariato da Roberto Lambertini con l’aiuto generoso e gratuito di: Klau Kostaj.

Ogni opinione di carattere medico è fornita esclusivamente da specialisti riconosciuti a livello nazionale e internazionale.
Ciò nonostante le opinioni medico-scientifiche fornite si intendono solo per uso informativo e non intendono sostituire la visita medica, peraltro incoraggiata da Il Mio Diabete.

Il Mio Diabete intende offrire un’informazione corretta e aggiornata sulle più recenti terapie per la cura del diabete, in modo disincantato e ancorato alla realtà.

Essendo un blog e una comunità online potete, se lo volete. condividere con noi le vostre storie, commentarle o semplicemente dare un suggerimento, se avete bisogno di aiuto, contattateci pure all’indirizzo qui riportato: risponderemo con piacere alle vostre email. Per scriverci direttamente potete farlo all’indirizzo ilmiodiabete@gmail.com

Gli Autori correnti

L’immagine è stata rimossa su richiesta di Google in quanto contravveniva le norme per le inserzionisti pubblicitarie stabilite da IAB

 

Mi presento: sono Hellen Parson e vivo in California a San Diego, conoscevo Peter Donovan il quale mi ha messo in contatto con Roberto e trovo questo blog molto interessante così in questo mese di agosto faccio da “diabetica sostituta del capo” e se supero la prova mi assumete? Scherzo, il lavoro ce l’ho; sono modella, ho 24 anni e T1D da quattro anni, poi mi presenterò meglio nei prossimi post.

Ciao da Hellen!

Klau Kostaj Klau Kostaj

Ciao a tutti. Mi chiamo Klau e tra poco faccio 30 anni. E ci convivo con il diabete da ormai 25 anni. riempiti pieni. Così tanto che non saprei da dove cominciare. Vabbé, forse è meglio cominciare dall’inizio. Da quel 18 febbraio del 1998. Da quel momento che mi ritrovo a farmi insulina senza neanche sapere il perché. Perché nessuno aveva sentito necessario dirmi qualcosa. Forse perché essendo una bambina io potevo non capire. Però dimenticavano che io sentivo. Anche tanto. Anche troppo. E così cominciai quel calvario di non accettazione del diabete. Pensavo che avevo una guerra da vincere, ma alla fine finivo a farmi male solo io. Perché odiando il diabete finivo per odiare me stessa. Perché anche se non volevo accettarlo, lui ormai era diventato parte di me. Ma, quando stavo per accettare la situazione, arriva il colpo  di grazia. Il diabete di mia sorella. Era come se la stessa ferita si aprisse di nuovo. Solo che questa volta faceva ancora più male. Ci è voluto molto lavoro per uscire da quel tunnel buio e vivere il diabete serenamente. Tanto. Però alla fine c’è l’ho fatta. Il diabete era parte di me, negarlo e farmi male non risolvevo niente. E neanche negare il diabete di mia sorella mi avrebbe fatto star meglio. Così che ho cercato di vedere l’altra parte della medaglia. Avevo vinto un’amica, quella che poteva capire davvero come mi sentivo. E li comincia il “miracolo”. Cominciare a capire che c’era anche un altro modo per vedere le cose. E in questo modo si vive meglio…Sapete, fino a qualche anno fa odiavo a parlare del diabete e dell’esperienza con lui. Solo molto dopo ho capito che parlare aiuta me e chi sente. E poi, il mio passato è stato quello che è stato e non si può cambiare. Ma se con la mia esperienza posso cambiare la vita anche di una sola persona, beh, allora ne vale la pena. E perché qui? Perché una come me, una che non riesce a parlare, scrive.


Roberto Lambertini

Sono Roberto Lambertini, diabetico dal 1963, oggi (anno 2013) ho 60 anni e da lungo tempo convivo con questa malattia un po particolare, perché se ben amministrata può consentire una vita normale, senza troppe complicazioni. Alla base di tutto c’è l’autocontrollo della glicemia, combinato con il self control alimentare (dieta) e uno stile di vita non sedentario, senza fumo ed eccessi di alcolici. Il mio diabete è di tipo 1 e di origine autoimmune. Oggi assieme a questa malattia sono arrivate altre compagne: ipertensione arteriosa essenziale, retinopatia e nefropatia diabetica, artrite reumatoide e un low stroke nel 2004. Può sembrare contraddittorio ma dopo non poche difficoltà ho raggiunto una compensazione dei valori glicemici (A1C tra 6.4 e 6.7) ottimale, con benefici per le complicanze patologiche e per la salute nel suo complesso. L’evoluzione della malattia richiede impegno e disciplina, ma anche supporto morale e materiale, e questo spazio vuole essere un contributo per raggiungere una maggiore consapevolezza della nostra condizione.


dottoressa Maria Carcuro dottoressa Maria Carcuro

Dottoressa Maria Carcuro, Psicologa Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale. Iscritta all’ordine professionale Psicologi Lazio dal 2003,svolge attività libero professionale in uno studio medico a Roma. Si occupa di Psicoterapia e prevalentemente della cura degli aspetti psicologici correlati alle patologie croniche come il diabete, la celiachia e la cardiopatia. In questo ambito il suo supporto psicologico si concentra nel • favorire l’accettazione della patologia • favorire il cambiamento dello stile alimentare • favorire una modifica nelle abitudini relative al movimento • fornire adeguate informazioni sulla malattia, per indurre una conoscenza reale modificando eventuali credenze scorrette • sviluppare una capacità di controllo sul diabete e/o altre patologie • sviluppare un senso di autoefficacia nella gestione del proprio stile di vita, anche relazionale e di coppia • sostenere la persona nella gestione dell’ansia dell’emotività e dello stress • rafforzare l’autostima La Dottoressa attraverso il monitoraggio alimentare e il diario alimentare aiuta la persona diabetica a vedere gli errori che commette nella sua alimentazione incoraggiandola a trovare le strategie più adeguate e a porvi rimedio. Con l’utilizzo di tecniche cognitivo – comportamentali lavora sulle false credenze, sul significato attribuito alla malattia, e sulla gestione delle emozioni in modo da favorire una maggiore accettazione della patologia e di conseguenza una migliore gestione del diabete e/o altre patologie. La Dottoressa scrive articoli su varie tematiche , ha un sito personale www.psicoterapeutacarcuro.it e un blog aggiustamente.blogspot.it Per qualsiasi delucidazione si può contattare la Dottoressa alla mail dottmariacarcuro@gmail.com e telefonicamente al num 347 9733631

Autori precedenti e non più attivi



peter donovan.jpg

Salve mi chiamo Peter Donovan ho 55 anni e vivo a Lake George (NY) USA dove mi occupo di data management per la Salvation Army. Ho imparato italiano poiché da molti anni nella mia terra c’è molta attenzione per la salute e buon cibo: voi italiani avete cura per entrambi, poi ho scoperto poco tempo fa che per il diabete siete i numeri 1. Così cercando dentro internet ho trovato il blog di Roberto e poi abbiamo cominciato a scambiare messaggi sulla malattia. Ed oggi sono qua a provare di scrivere qualcosa di interesse e di mio.

Avevo cinque anni quando mi venne trovato il diabete tipo 1, allora ebbi la fortuna di essere subito dal dr. Malloin del Children Hospital of Boston e poi dal Jocelyn Center uno dei migliori punti sanitari per diabete nel mondo. Fin da allora i medici raccomandarono ai miei genitori di praticare sport come forma di superamento mentale e fisico del concetto della malattia cronica assieme alla terapia insulinica. Mio padre era un grande appassionato di pesca sportiva e kayak e abitando ad Albany (NY – USA) i nostri fine settimana si spostavano tra le foreste dei monti Adirondack e i suoi vari e infiniti laghi e fiumi: in particolare si finiva per andare al lago Forked vicini al villaggio di Long Lake.

Il kayak mi ha dato tanto e ancora mi da nella vita e con il diabete in particolare per mantenere ben equilibrata la glicemia. Il kayak è un tipo di canoa originariamente utilizzata dagli Inuit. Si differenzia dalla canoa propriamente detta (o canoa canadese) per essere concepita per l’uso in propulsione e manovra di una pagaia a doppia pala, mentre la canoa canadese viene spinta e manovrata con l’uso della pagaia a pala singola. La parola “kayak” significa “barca degli uomini”, e si contrappone a umiak, “barca delle donne”. I primi kayak erano fatti di legno ricoperto da pelli di animali ed erano costruiti direttamente dagli uomini che intendevano utilizzarli.


Chiara Pace Chiara Pace

Mi chiamo Chiara. Sono una ragazza di 25 anni,cresciuta col sogno di diventare Medico e che vede questa professione come la propria vocazione. Prima che mi arrivasse come “regalino di Natale” all’età di 16 anni,in realtà di diabete avevo già sentito parlare,perchè prima di me,aveva colpito sia mio nonno che mio padre,ma quando lo si vive sulla propria pelle,è tutta un’altra storia.

Una volta,un mio carissimo professore mi disse che la tolleranza è un altro nome per l’indifferenza,ovvero affermiamo di essere tolleranti,ma solo finchè il problema non ci riguarda da vicino.

Ebbene,fin dalla diagnosi al giorno d’oggi,è cosi che vivo il mio rapporto col diabete,lo riesco a tollerare benissimo,finchè lo percepisco come un problema che non mi riguarda,di cui non mi prendo cura,perchè in realtà non c’è mai stata una piena accettazione. Del resto,come fare ad accettarlo,io,che sono nata e cresciuta in una terra che sforna cannoli e cassate,io,che,da brava bulimica,ho sempre usato il cibo come mezzo di consolazione,io,che non ho mai avuto una buona alimentazione. Sono nata in un’era in cui il diabete,di sicuro,non rappresenta più una malattia mortale,grazie anche a una terapia,che nel giro di pochi decenni,ha fatto passi da gigante,eppure non sono l’unica che ha ancora qualche difficoltà ad accettarlo,ma anzi ho scoperto che c’è un certo malcontento comune,specialmente fra quei diabetici,magari un pò più fragili.Non siamo tutti uguali,e non

tutti possediamo gli strumenti per reggere determinate difficoltà nella vita,nè lo stesso grado di sopportazione.

Ecco,allora che mi viene in mente la frase di una mia cara amica sulla forza dell’unione: “Dove non riesci ad arrivare tu,arrivo io”.

Quindi,spero che,leggendo queste poche righe,ci sia qualcuno che possa sentirsi meno solo e meno incompreso.


Cinzia Francesca Dursi Cinzia Francesca Dursi

Cinzia Francesca Dursi, diabetica tipo 2: capace di un eccellente gioco di squadra, con una vera e propria volontà di condividere il suo know-how intellettuale e pratica con gli altri. Cinzia ha una conoscenza psicologica e scientifica, in tale contesto radicata sulla condivisione dei percorsi e svilupperà argomenti ed eventi centrati sulle dinamiche relazionali e personali nella cronicità della patologia diabetica, sia online che on site.


Martina Gombi, 22 anni diabetica tipo 1 dall’età di 10 anni, bolognese e dottoranda in scienze della comunicazione e giornalismo: informare è la base, il fondamento, per una comprensione migliore della vita con il diabete. Voglio dare un contributo positivo in questa direzione.

Alessandra Tartagliasono diabetica tipo 1 e microinfusa: nella vita faccio la Life and Business Coach, Master in PNL, NLP Coach certificata dalla Society of NPL. Esperta in mentalità vincente, comunicazione efficace e Coach Building.


 

2 pensiero su “Chi siamo”
  1. Sure you can, I find very interesting your site, then okay. thanks Roberto

I commenti sono chiusi.