Un panel mondiale ha studiato le differenze nella cura e trattamento del diabete infantile, confrontando gli indicatori rilevanti tra cinque regioni continentali all’interno dell’iniziativa SWEET.
All’uopo si sono studiati 26 726 bambini/adolescenti con diabete di tipo 1 (T1D) da 54 centri nella regione europea; 7768 individui da 30 centri nella regione Asia / Medio Oriente / Africa; 2642 persone provenienti da cinque centri in Australia / Nuova Zelanda; 10 839 persone provenienti da sette centri in Nord America e 1114 pazienti da cinque centri in Sud America.
Il database SWEET è stato analizzato in base ai seguenti criteri di inclusione: T1D, periodo di tempo 2015-2019 ed età <21 anni, con analisi dell’anno di terapia documentato più recente. Per l’analisi statistica, abbiamo utilizzato modelli di regressione lineare e logistica multivariabile per aggiustare l’età (<6 anni, 6- <12 anni, 12- <18 anni, 18- <21 anni), sesso e durata del diabete (<2 anni, 2- <5 anni, 5- <10 anni, ?10 anni).
Le medie di HbA1c aggiustate andavano dal 7,8% (intervallo di confidenza al 95%: 7,6-8,1) in Europa al 9,5% (9,2-9,8) in Asia / Medio Oriente / Africa. La dose media giornaliera di insulina variava da 0,8 unità / kg in Europa (0,7-0,8) e Australia / Nuova Zelanda (0,6-0,9) a 1,0 unità / kg 0,9-1,1) in Asia / Medio Oriente / Africa. La percentuale di utilizzo della pompa era più alta in Nord America (80,7% [79,8-81,6]) e più bassa in Sud America (4,2% [3,2-5,6]). Sono state osservate differenze significative tra le cinque regioni anche per quanto riguarda i punteggi SD dell’indice di massa corporea, la frequenza del monitoraggio della glicemia e la presenza di ipoglicemia grave.
In conclusione, si è riscontrata una significativa eterogeneità nella cura e nei risultati del diabete nelle cinque regioni. L’obiettivo di un’assistenza ottimale per ogni bambino/adolescente rimane una sfida aperta per tutti.
La ricerca è stata pubblicata il 10 ottobre 2020 in Pediatric Diabetes.